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martedì 17 novembre 2009

La chiazza scura a mare provocata da un oleificio

Sversati diecimila litri di rifiuti residui

Sant’Agnello - Un’operazione di intelligence ad ampio raggio portata avanti dagli uomini della Guardia costiera, giudati dal capitano di fregata Demetrio Antonio Raffa, ha consentito di svelare in tempi rapidissimi il mistero dell’ampia macchia marrone comparsa domenica nelle acque del litorale di Sant’Agnello (dalla conca del «golfo del Pecone» sino all’imboccatura del porto di Sorrento). Ieri, infatti, è stata compiuta un’intensa attività di polizia giudiziaria ambientale che ha portato all’individuazione dei responsabili del vasto inquinamento marino causato dallo sversamento di circa diecimila litri di rifiuti liquidi derivanti dal processo di lavorazione delle olive. La collaborazione tra il personale dell’ufficio locale marittimo di Piano di Sorrento e della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, intervenuta con mezzi marini e pattuglie a terra, unitamente al personale della guardia costiera del capitano Raffa, ha quindi permesso di individuare la sorgente dell’inquinamento in uno dei più noti oleifici della penisola sorrentina. Nell’azienda, per risparmiare sulle costose spese di regolare smaltimento dei rifiuti speciali prodotti dal processo di produzione dell’olio di oliva, si è appurato che il personale ha effettuato l’illecito sversamento, senza alcun tipo di depurazione, delle cosiddette «acque di vegetazione» immettendole direttamente nella rete fognaria nera. Il caso ha voluto che la condotta si sia bloccata in località Pozzopiano, al di sotto di corso Italia, determinando il travaso delle acque inquinanti nella fogna bianca e da questa di conseguenza a mare in prossimità della costa. Le indagini hanno portato alla denuncia per inquinamento e disastro ambientale a carico di R.G. di 68 anni a cui è stata contestata la violazione dell’articolo del codice penale inerente il disastro ambientale, visto che il litorale sorrentino rientra nei «siti di interesse comunitari» soggetti al più severo regime normativo delle aree protette. (Umberto Celentano il Mattino)

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