“Rinnovamento, rinnovamento, rinnovamento”. Il consigliere regionale Michele Caiazzo ripete la stessa parola tre volte parafrasando il “resistere” del procuratore generale di Milano all’epoca di Tangentopoli, Francesco Emilio Borrelli, come parola d’ordine del Pd campano. Caiazzo, il clima sembrava rasserenato nel Pd e invece è riscoppiata la diatriba tra bassoliniani e non come testimonia la sfida De Luca-Cascetta. “La diatriba tra cosiddetti bassoliniani e antibassoliniani è una sciocchezza, spero sia ormai una questione alle nostre spalle: ricordiamoci che abbiamo perso tre provinciali e che quindi serve subito una fase nuova per la Regione Campania. La parola d’ordine deve essere rinnovamento, rinnovamento, rinnovamento. Si chiude il ciclo di Bassolino, ora si deve aprire un nuovo percorso partendo dalla consapevolezza che servono nuove alleanze”. Passano dalla sinistra all’Udc, magari dialogando anche con l’Mpa? “Secondo me, è più semplice di come qualcuno pensa: dobbiamo, sulla base dei dieci punti programmatici proposti per le primarie da Enzo Amendola, aprire un onfronto con tutte le forze non organiche al Pdl, le organizzazioni sindacali e il mondo intellettuale. Dobbiamo costruire insomma una coalizione, non tradizionale, con liste civiche e magari anche con l’Mpa sebbene mi sembri ormai alleato con il Pdl”. Come sceglierete i candidati? “Su aspiranti governatori e liste per il Consiglio, ribadisco che occorrono scelte improntate al rinnovamento. Non voglio mortificare il lavoro dei consiglieri uscenti, ci mancherebbe, ma servono liste molto competitive per evitare di garantire soltanto qualcuno...”. Ci sono le condizioni per indire le primarie? “Il centrosinistra ha un’unica possibilità di vincere: costruire una coalizione compatta senza decidere le candidature a casa di qualcuno. Dobbiamo adottare uno strumento democratico: ci sono le primarie a cui sono sicuro si presenterebbero in tanti dando seguito a legittime aspirazioni personali, certo non solo De Luca, Cascetta e Gabriele. Poi ci sono le riunioni dei segretari, da tenere in considerazione visto che Udc, Idv e Sinistra non vogliono le primarie. Ma c’è una terza via da sperimentare per la prima volta: finito il tempo dell’uomo solo al comando di quando Bassolino era un valore aggiunto, potremmo ripartire dalla Costituente programmatica a cui far partecipare non solo gli eletti dei partiti, ma anche i sindacati, gli imprenditori, esponenti del mondo della cultura. Sarebbe un bel momento partecipativo utile però a fare passi in avanti per elaborare il progetto del centrosinistra per la nuova Regione Campania”. (Carlo Porcaro Velino/Velino Campania)
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