Pagine

lunedì 21 giugno 2010

La Chiesa è sotto attacco?

Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, è indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i 'Grandi Eventi' assieme all'ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. "I media hanno perso ogni freno e i giornalisti ogni timore reverenziale nei confronti del clero", tuona Vittorio Feltri, direttore del Giornale che oggi titola a tutta pagina "La Chiesa è sotto attacco". "L'accusa di corruzione al cardinale Sepe è solo l'ultimo di una serie di episodi che fa pensare ad una strategia. Va distinto caso per caso ma il sospetto c'è. Per esempio, Don Gelmini: il processo contro di lui non sta in piedi". Nell'editoriale, Feltri definisce quest'ultimo caso "paradigmatico" e ne ripercorre le tappe avanzando, infine, l'ipotesi che i suoi accusatori potessero avere un fine diverso: "Non vorremmo che si puntasse a due obiettivi, ottenere risarcimenti e sputtanare chi gli ha dato una mano". Dello stesso tono un articolo, sempre in prima pagina, firmato da Marcello Veneziani che inanella il processo a Sepe, quello a Don Gelmini, il processo alla memoria di Pio XII, gli atti d'accusa ai legionari di Cristo e ai preti pedofili e afferma: "La magistratura sta pensando di gestire in proprio il giudizio universale", definendo l'azione dei giudici "una svolta storica se non teologica". "La coincidenza non dico programmata - prosegue Veneziani - di questi atti d'accusa produce nei cittadini e negli osservatori un'immagine riassuntiva di questo tipo: la Chiesa è infame e corrotta, complice ieri di Hitler e oggi di Berlusconi, impresaria e socia di mariuoli e pedofili". Tace, invece, l’"Avvenire", bisogna arrivare a pagina 10 del quotidiano vaticano per essere informati.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.