Sorrento - «Il golfo di Napoli: un malato importante» è il filo conduttore del primo appuntamento della manifestazione «La cultura dell’acqua», il ciclo di lezioni promosso dall’amministrazione comunale e dal Cmea (Centro meridionale di educazione ambientale), per affrontare il tema del mare in tutte le sue possibili sfumature. La rassegna si aprirà domani alle 17, nella sala consiliare del Comune, con l’intervento di Giancarlo Spezie, docente di Oceanografia fisica presso la facoltà di Scienze e Tecnologie dell’università Parthenope e presidente del Cmea, tra i massimi esperti dei problemi che affliggono l’ecosistema marino. Spezie, grande conoscitore del golfo di Napoli e delle coste campane, fornirà le informazioni indispensabili per conoscere lo stato di salute del mare e dell’ecosistema marino, ormai irrimediabilmente compromessi dall’inquinamento e ad alto rischio per la salute dell’uomo, per l’equilibrio dell’ambiente e per l’economia turistica dei Comuni della penisola sorrentina. «L’inquinamento del mare che bagna le coste della provincia di Napoli ha raggiunto livelli inaccettabili – sottolinea l’esperto – come testimoniano le scie di rifiuti galleggianti che, trasportati dai venti e dalle correnti marine, circolano continuamente fino a quando non si accumulano lungo la costa». Una situazione drammatica, accresciuta dalla scarsa capacità del nostro mare di depurarsi e disperdere i rifiuti. Motivo? L’enorme quantità di apporti inquinanti in periodi, come quello estivo, in cui venti e correnti spirano in maniera troppo debole per allontanare i rifiuti. «Questa situazione – aggiunge Spezie – ha riflessi negativi non solo sull’acqua, ma anche sulle altre componenti dell’ecosistema, come il benthos e i pesci, con ulteriori gravi ripercussioni sulla salute umana». Ma una soluzione sembra esserci: «Le istituzioni – conclude Giancarlo Spezie – devono attivarsi immediatamente per la condotta di Punta Gradelle, che continua a portare liquami in mare senza alcuna depurazione: in questo modo, le nostre coste sono sottoposte continuamente all’azione delle correnti che portano acque direttamente dal litorale domizio e dal golfo di Castellammare, con i relativi apporti inquinanti dei fiumi Volturno e Sarno». (Antonino Siniscalchi il Mattino)
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