La ricotta,
i latticini
freschi
ed il rinomato
Provolone
del Monaco
di Fernando
De Gennaro
Fonte: Salvatore Tuccillo da Metropolis
Vico Equense - Un’arte che viene da lontano. Lunga quanto le
file dei casari che, nei secoli scorsi, scendevano
all’alba dalle colline per raggiungere il mare che
li avrebbe portati a Napoli. Lunga quanto i tanti chilometri
percorsi a piedi per arrivare in città a sbarcare il
lunario. L’arte di lavorare il latte a Vico Equense è di
casa e di antichissima tradizione. E non è un caso che
la città di Vico è la culla del provolone del Monaco. Un
formaggio a pasta filata finemente stagionato che solo
negli ultimi anni
è stato consacrato
nell’albo d’oro dei
prodotti d’eccellenza
ed è stato conosciuto
dal grande
pubblico; ma che
qui ha legato da
sempre il proprio
nome e destino alla
tradizione casearia
del posto.
Una tradizione che
si alimenta con il
costante recupero
della memoria. Che
si alimenta dei ricordi
delle persone
più anziane che li
tramandano alle
nuove generazioni. La storia millenaria ci racconta di
produzioni artigianali legate alla sussistenza familiare,
all’economia povera di zone depresse, all’esigenza di
arrangiarsi con quanto madre natura potesse offrire.
Questa condizione però è diventata miracolosamente
la base di lancio di produzioni d’eccellenza. Soprattutto
grazie alla capacità di fare tesoro dell’esperienza,
grazie all’intuizione di lasciare inalterati profumi e
sapori. Anzi arricchendo, con la stagionatura, il gusto
e l’intensità del formaggio.
Facendo nascere,così, il
“Provolone del Monaco” che oggi si fregia del marchio
Dop come formaggio dei Monti Lattari; ma con una
primogenitura riconosciuta nel triangolo delle frazioni
vicane di Arola-Camaldoli-Alberi.
Proprio tra queste frazioni, in località Pacognaco, da
alcuni secoli, la famiglia De Gennaro lavora il latte di
mucca per creare formaggi freschi, provole affumicate, fior di latte, burro, caciocavalli e una superba ricotta dal sapore che ricorda i verdi pascoli di montagna. Oltre,
naturalmente, al provolone del Monaco Dop che segue
il rigoroso disciplinare e la normativa del consorzio che
prevedono l’uso di latte di mucca di razza autoctona
agerolese. Il latte, che si può definire senza dubbio a
Km zero, arriva da 7 stalle della zona, la più lontana
dista a circa 2km.
Qui tutto inizia con l’alimentazione delle mucche e
l’importanza delle erbe spontanee dei particolari pascoli
che affacciano sul mediterraneo e che regalano
al prodotto finito un sapore unico. Poi il latte fresco
viene lavorato dalle braccia di Fernando ed i tre figli,
Tommaso, Mario ed
Emanuele che tutti
i giorni dividono
siero e pasta come
facevano il nonno
ed il bisnonno Gaspare
nel 1850, anno
a cui si fa risalire la
nascita di questo
storico caseificio
che per i 150anni
dell’unità d’Italia è
stato premiato dalla
Camera di Commercio
di Napoli.
Ma la storia non
scritta inizia molto
prima del 1850, le
tracce della famiglia
De Gennaro conducono
indietro negli anni, quando allo stesso posto gli
antenati già facevano i casari. Tanto che il caseificio
ha anche un piccolo museo di famiglia dove sono
conservati gli antichi attrezzi di lavoro e delle fiches
di legno marchiate De Gennaro che servivano a tenere
la contabilità tra il casaro e l’allevatore che conferiva
il latte. La grotta umida dove vengono stagionati, per
lunghi mesi, almeno 6, i provoloni del Monaco, ai
tempi di quando non c’era il frigorifero, veniva usata
come luogo dove lavorare e conservare il burro.
Mentre all’entrata della grotta fanno bella mostra due
grossi provoloni del Monaco che sono li a stagionare
dal 2007, anno del riconoscimento Dop. Due imponenti
alfieri messi a guardia della storia e della bella
tradizione dei casari delle colline di Vico Equense
di cui la famiglia De Gennaro (compresi i due punti
vendita di via Filangieri e via Caccioppoli) fa parte a
pieno titolo.
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