Sorge dal mare e s’alza fino al cielo,
il plumbeo monte, e sul crinal silvestre,
talora indugia il vaporoso velo,
tra il lacrimar dell’auree ginestre.
Spettroso e cupo, mostrasi la sera.
Di giorno, allegro e luminoso, appare
l’austero guardian della costiera,
assiso, i due golfi a sovrastare.
Ed alti faggi e smisurati pini,
in un ordinamento marziale,
s’ergono su per impervi declini,
ad infoltir la chioma del dorsale.
La levatura e il candido nevaio,
ogn’ora, si confronta, come un gioco,
con il Vesuvio, suo dirimpettaio;
il serio monte, amico suo di fuoco.

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