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Raffaele Lauro |
Massa Lubrense - Un pubblico di assoluta eccezione, che ha affollato la Sala della Confraternita del SS. Rosario di Sant’Agata sui Due Golfi e che ha seguito, con entusiastico interesse, con partecipe attenzione e con scroscianti applausi, la presentazione del terzo romanzo de “La Trilogia Sorrentina” di Raffaele Lauro, “Dance The Love - Una stella a Vico Equense”, perfettamente organizzata e coordinata da Donato Iaccarino, nell’ambito della XVI Edizione del Premio “Salvatore Di Giacomo 2016”, è stato colto piacevolmente di sorpresa, quando lo scrittore sorrentino, nei ringraziamenti agli amministratori, agli organizzatori e ai relatori, ha annunziato l’uscita, nel 2017, del suo nuovo romanzo, dedicato all’epopea imprenditoriale e gastronomica di Alfonso Iaccarino, nonno dello chef pluristellato Alfonso Iaccarino del Ristorante “Don Alfonso 1890” di Sant’Agata sui Due Golfi, dal titolo “Salvatore Di Giacomo e Sant’Agata sui Due Golfi - Don Salvatore e don Alfonso”. Dopo la raffininata introduzione del presidente della Pro Loco Iaccarino, i garbati saluti del sindaco Lorenzo Balducelli e la delicata testimonianza, tutta al femminile, di Giovanna Staiano, si sono succeduti i magistrali interventi della ristoratrice Livia Adario Iaccarino, del pubblicista Riccardo Piroddi e del presidente dell’Associazione Culturale “La Fenice”, Nicola Di Martino. La Iaccarino ha definito il romanzo di Lauro un’altra gemma preziosa del suo cammino celebrativo della Penisola Sorrentina, non inferiore ai precedenti romanzi, che apre, tuttavia, ai lettori “la cassaforte della vicenda, umana e artistica, della danzatrice russa Violetta Prokhorova Elvin, disvelando tesori di arte, di coraggio, di dedizione e di amore”. Piroddi, il quale ha seguito passo passo la scrittura del romanzo, ha fatto ricorso ripetutamente all’opera di Friedrich Nietzsche (“La gaia scienza”, “Il crepuscolo degli idoli”, “Così parlò Zarathustra”), per esaltare la stupefacente vitalità di Violetta Elvin e, in particolare, ha sottolineato, come la danzatrice, filosoficamente parlando, abbia operato una rivoluzione nietzschiana, superando l’oppressione di un regime dittatoriale e accettando la trasvalutazione dei valori, con la rinunzia a qualcosa che amava, la danza, per abbracciare qualcuno che avrebbe amato ancora di più”.