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lunedì 10 marzo 2008

Terra bruciata

Ieri sera Report, la trasmissione condotta da Milena Gabanelli, ci ha fatto vedere la “Terra bruciata” di Bernardo Iovene. In Campania ci sono 2.551 siti potenzialmente contaminati, il doppio della Lombardia che ne ha 1.300, la maggior parte sono concentrati tra le province di Napoli e Caserta, nella piana campana, dove le falde acquifere, sia quella superficiale che quella profonda, sono inquinate da sversamenti di liquidi pericolosi e cancerogeni. I comuni coinvolti sono 80, sui terreni agricoli sono stati spalmati i fanghi industriali venduti come compost. In esclusiva Iovene ha intervistato i titolari della ditta accusati di aver sversato nelle campagne e nei canali centinaia di tonnellate di rifiuti tossici. Ad occuparsi della bonifica è il Commissario per l'Emergenza delle Bonifiche che dal 2000 al 31 gennaio 2008 è stato il presidente della Regione: Bassolino. Fino ad oggi non è stato bonificato nulla. Le ditte incaricate hanno assunto centinaia di lavoratori socialmente utili, ma per 5 anni sono stati inutilizzati. Pochi lavori eseguiti di rimozione di rifiuti, sono stati assegnati a ditte esterne. Lavori pagati 3 volte. Intanto nelle zone contaminate aumenta la mortalità e il rischio di malformazioni congenite, ma studi sul territorio non sono mai stati fatti. Un disastro costruito da imprenditori criminali, politici incapaci o corrotti, pubblici funzionari fannulloni, con la complicità di contadini sprovveduti e cittadini omertosi.

domenica 21 ottobre 2007

Report su Rai 3 ore 21

La puntata di questa sera di Report sarà dedicata ad una sorta di radiografia del Parlamento: si entrerà nelle storie dettagliate che riguardano gli onorevoli condannati in via definitiva, in primo e secondo grado, i rinvii a giudizio, gli indagati e gli incompatibili. Le stesse situazioni saranno confrontate con quelle di altri paesi europei, come Francia, Germania, Svezia. Vedremo anche alcuni casi analoghi ai nostri dentro al parlamento indiano. I reati presi in considerazione riguardano le condanne per falso in atto pubblico e corruzione. Atti che dovrebbero pregiudicare e compromettere l'attività del parlamentare in quando portatore di modelli etici e morali. Secondo le nostre regole, se un parlamentare è stato condannato per un reato molto grave, il tribunale può decidere di aggiungere alla pena anche l’interdizione temporanea o perpetua dai pubblici uffici. È successo nel caso di Cesare Previti, che aveva corrotto dei giudici. Ma dalla sentenza definitiva emessa dal tribunale, al giorno in cui ha lasciato il Parlamento, sono trascorsi 14 mesi. Questo succede perché a decidere sui parlamentari sono i parlamentari e non un organo terzo come avviene per esempio negli altri paesi europei.