mercoledì 22 novembre 2017

Il Vesuvio da salvare

di Rete dei Comitati vesuviani/RifiutiZero Italy

Siamo alla vigilia della Giornata nazionale degli Alberi istituita per L.10/13 in tutto il Paese. L’intento è quello di promuovere le politiche di riduzione delle emissioni, la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero e le vivibilità degli insediamenti urbani in attuazione del Protocollo di Kyoto per contrastare i “cambiamenti climatici”. Accanto alle iniziative della Giornata nazionale si svolgono anche quelle per la #FestadellAlbero che, grazie a Legambiente onlus, dal 2008 è ritornata nelle scuole, nei Comuni, tra i cittadini. Anche nei nostri territori da oggi e fino a fine novembre ci saranno momenti di coinvolgimento in tal senso e la Rete dei Comitati Vesuviani/RifiutiZero Italy sta programmando una serie di iniziative che culmineranno in primavera con una piantumazione straordinaria in accordo con Plant-for-the-Planet dell’ONU che ha progettato di avere nel mondo 300 mld di nuovi alberi. A tutt’oggi dal 2007 ne sono stati piantati circa 14 mld. Ma sul Vesuvio? Sul Vesuvio non ci sarà la Festa dell’Albero. Anzi ci sarà quella del Taglio dell’Albero, necessaria per evitare che il disastro degli ultimi due anni alla pineta e al bosco vesuviani o causato dai terrificanti incendi estivi possa mettere in pericolo vite e sicurezza dei vesuviani.
 
E in questi ultimi mesi abbiamo contato i danni. Intere superficie di territorio annerite dal fuoco a testimoniare l’incapacità delle istituzioni preposte, tutte, ad ogni livello,a controllare e tutelare il Parco e la sua biodiversità dalla mano di criminali che distruggono le bellezze del creato e che puntualmente ad ogni estate replicano con inaudita crudeltà. E all’incuria verso l’abusivismo edilizio degli anni bui, aggiungasi il vergognoso comportamento del littering che ha ridotto questo splendido habitat naturale, un immenso immondezzaio di ogni tipo di rifiuto. E non bastano le tante discariche di stato e non. Da anni si assiste al moltiplicarsi di micro e macro sversamenti di rifiuti pericolosi, di intere stradine trasformate in discariche anche in area demaniale, che col fuoco hanno distribuito pericolosi miasmi a tutte le popolazioni residenti e oltre, e di cui a ttutt’oggi ancora non si conosce il danno agli abitanti. E non basta. Con le copiose piogge in arrivo, il pericolo si sposta sull’instabilità del terreno che costituisce un alto rischio di movimenti franosi di cui i primi segnali sono già ben evidenti a chi frequenta il vulcano. Non si può più restare inermi dinanzi a tanto scempio. Occorre agire in fretta per mitigare i rischi al territorio vesuviano dall’incombente dissesto idrogeologico e programmare, in tempi repentini, interventi straordinari di perimetrazione, messa in sicurezza, bonifica, e prevenzione futura dell’intero ecosistema del Parco nazionale del Vesuvio. Le responsabilità di quanto accaduto in due estati sui mancati interventi di prevenzioni e evidenti ritardi operativi le accerterà la magistratura inquirente anche sulla scorta di quanto denunciato dall’opinione pubblica di mezzo mondo. Quello che è fondamentale, ora, è comprendere, alla luce dei dati raccolti, quali sono le progettualità messe in campo dalle varie istituzioni e quanto queste siano coerenti con le norme di tutela previste dall’ordinamento vigente e il loro impatto sul fragile e super-antropizzato territorio del Parco e le sue attività. Al di là di posizioni strumentali in evidente chiave elettorale pubblicate dai media, è fondamentale il confronto urgente con le cittadinanze attive per discutere progetti di primo intervento, messa in sicurezza, bonifica, riqualificazione e prevenzione, raccogliendo consigli e sollecitazioni da chi il territorio lo vive, lo conosce e lo protegge. Quelle stesse Associazioni, Comitati e liberi cittadini che si sono spesi nelle terribili notti per allertare e aiutare nel contrasto al fuoco, che hanno chiesto una profonda revisione della L. 394/91 oramai persa nella palude parlamentare e hanno saputo opporsi al Ddl Falanga-Langella-Auricchio, che avrebbe dato il definitivo colpo di grazia alla lotta all’abusivismo edilizio e al consumo di suolo in un ecosistema a rischio di illeciti e illegalità come quello del Vesuvio. Per discutere di tutto ciò e per aprire un serio confronto la Rete dei Comitati vesuviani/RifiutiZero Italy ha programmando una serie di incontri tra istituzioni del Parco, Sindaci, esperti e cittadini che si terranno a scadenza nelle prossime settimane partendo da Boscotrecase e in sequenza a Terzigno, Torre del Greco, S. Sebastiano al Vesuvio e Somma Vesuviana, comunicando le date con largo anticipo per favorire la massima e, si spera, costruttiva participazione di chiunque abbia a cuore il futuro del territorio del Parco del Vesuvio che l’intero mondo ci invidia e verso cui nessuno può dirsi innocente ma che tutti hanno il dovere di tutelarne il futuro.

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