mercoledì 24 aprile 2024

Regione Campania. C'è la legge urbanistica «Svolta dopo vent'anni»

Bruno Discepolo
Sì agli incentivi per edifici residenziali «Ricostruzioni ok, non in aree vincolate» 

I PROVVEDIMENTI 

di Adolfo Pappalardo - Il Mattino

«È un punto di equilibrio fra la necessità di rilancio dell'economia della trasformazione urbana con l'obiettivo del risparmio del suolo». Il governatore De Luca sintetizza così il varo della nuova legge urbanistica regionale (l'ultima risaliva al 2004) che passa senza scossone alcuno in aula: grazie anche all'astensione del centrodestra. Votano invece contro l'M5s e l'ex grillina Muscarà. «La rigenerazione urbana prevede che ci possano essere procedimenti che facilitano la riqualificazione, il recupero, anche in determinate circostanze delle premialità, che possono incentivare e favorire la rifunzionalizzazione degli immobili. Dalle premialità però - sintetizza l'assessore regionale al ramo Bruno Discepolo - sono esclusi i centri storici, le aree di vincolo paesaggistico, oppure che vi siano edifici che non siano legittimi». Sempre ieri, in consiglio regionale, passa anche la legge che impone ai comuni, entro 240 giorni dall'entrata in vigore, di predisporre i piani attuativi per le nuove concessioni balneari sui propri territori in cui il 30 per cento della «costa di pari dignità» deve essere lasciata alla pubblica fruizione. 

L'URBANISTICA 

Sono 5 le novità più significative all'interno del nuovo piano urbanistico. Anzitutto viene previsto l'incremento volumetrico del 20 per cento per interventi di ristrutturazione di edifici residenziali senza demolizione e sino al 35 per demolizione e ricostruzione di edifici residenziali. Norme però non applicabili in zone storiche, aree industriali ed in quelle vincolate. Ancora vengono previsti programmi di rigenerazione urbana con gli incentivi volumetrici, «anche d'iniziativa privata, in variante allo strumento urbanistico». Questo grazie alla piena autonomia ai comuni nella definizione dei carichi insediativi, purché supportati da congrue motivazioni sulle dinamiche demografiche, immigratorie, economiche, turistiche e sociali. E sempre i comuni, per favorire la delocalizzazione di edifici posti in aree ad alto rischio frana e alluvione o rischio sismico e vulcanico, possono individuare le aree per i nuovi manufatti. Infine sono possibili programmi di rigenerazione urbana anche a scala sovracomunale ed in variante agli strumenti urbanistici come i masterplan in itinere. «È un documento di valore straordinario che costituisce un risultato storico per la nostra regione. Ed è ancora più straordinario se si considera che un altro obiettivo che si è posto è quello di una radicale semplificazione nella legislazione urbanistica e del superamento della palude burocratica che conteneva anche la legislazione preesistente, frutto di numerose e poco coerenti modifiche», commenta Vincenzo De Luca. «L'azione di contrasto al consumo di suolo, ai cambiamenti climatici e ai rischi naturali e artificiali è del tutto insoddisfacente. Le disposizioni della norma comportano considerevoli incrementi con nuove costruzioni perfino nelle zone agricole, consentendo aumenti volumetrici di edifici non connessi alla conduzione dei fondi agricoli», attaccano i grillini con il consigliere Vincenzo Ciampi. Contraria anche la consigliera del misto Maria Muscarà: «Questa legge piace solo a quest'aula. Ci sono belle parole che piacciono a tutti ma i fatti sono diversi. Ma cosa dicono i verdi e gli ambientalisti presenti in consiglio?». Plaudono invece alla nuova legge i costruttori. «Avevamo bisogno di una legislazione urbanistica per rigenerare le città non solo salvaguardando il suolo esistente ma consentendo - dice il presidente Ance Campania Luigi Della Gatta - ai cittadini di riappropriarsi di spazi diventati ormai deserti urbani, considerato che le norme attuali non hanno consentito il recupero di ampie fette di città».

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