lunedì 2 settembre 2019

La costiera si sbriciola "Stop fuochi d'artificio"

di Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Penisola sorrentina - Rigoroso rispetto delle distanze di sicurezza, pulizia dello specchio d’acqua e, soprattutto, fuochi di calibro ridotto: sono gli ordini che la Capitaneria di porto ha imposto alle società che, in occasione dei festeggiamenti per la Madonna del Lauro, cureranno gli spettacoli pirotecnici in programma nella baia di Alimuri martedì e poi il 13 settembre. Disposizioni finalizzate non solo a garantire a sicurezza in mare, ma anche a limitare l’impatto delle esplosioni sulle pareti rocciose di Punta Gradelle e del vallone Lavinola che negli ultimi giorni si sono sbriciolate al pari di una parte del costone di Monte di Procida nell’area flegrea, zona Bacoli, Pozzuoli di fronte Ischia ma anche di fronte alla stessa Penisola sorrentina .
I CONTROLLI 
Già prima delle frane di giovedì e venerdì sera, i vertici dell’ufficio locale marittimo di Meta hanno verificato l’idoneità della baia di Alimuri a ospitare gli spettacoli pirotecnici in onore della Madonna del Lauro. I controlli sono scaturiti dalla necessità di assicurare il rispetto delle distanze tra le batterie di fuochi e le vicine strutture ricettive.
 
Il Comune ha dato l’ok alla manifestazione ma, nello stesso tempo, dall’ufficio locale marittimo sono arrivate norme più severe per scongiurare danni a persone e cose presenti nella baia. Oltre a rispettare le distanze e ripulire lo specchio d’acqua, le società che cureranno gli spettacoli pirotecnici dovranno utilizzare fuochi di calibro non superiore a 7 millimetri e mezzo: un modo per contenere l’impatto sonoro e l’onda d’urto che l’esplosione è in grado di scatenare. Negli ultimi giorni, infatti, la falesia di Punta Gradelle e quella del vallone Lavinola, poste alle estremità della baia di Alimuri, si sono sbriciolate.
LE CAUSE 
Terreno e detriti sono precipitati in mare, tanto che il comandante del circondario marittimo Ivan Savarese ha interdetto l’ancoraggio, la sosta, la navigazione, la balneazione e la pesca negli specchi d’acqua interessati dalle frane. Una circostanza simile si è verificata a Monte di Procida dove, per due volte in cinque giorni, ha ceduto il costone di via Panoramica. Insomma, le coste a nord e a sud di Napoli si sono sgretolare per ben quattro volte in meno di una settimana. Coincidenza? Non secondo Francesco Paolo Buonocunto, geologo del Cnr, che individua una possibile spiegazione nella siccità prolungata: «In questi casi le particelle di roccia perdono compattezza e la pioggia, il vento, le particolari condizioni meteomarine e la presenza di vegetazione incolta possono favorirne il cedimento». A questo punto non resta che mettere in sicurezza i costoni interessati dalle frane: «Vanno definiti piani di intervento che spesso prevedono il montaggio di reti chiodate sui costoni – spiega Egidio Grasso, presidente dei geologi campani – prima, però, andrebbero aggiornate le carte del rischio idrogeologico che, in Campania, sono vecchie di almeno 15 anni».

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