domenica 20 marzo 2016

Con il cinema nella vita e nel sogno

Giuseppe Alessio Nuzzo
Giuseppe Alessio Nuzzo è l'ideatore del "Social World Film Festival"

Fonte: Giuliana Gargiulo da Il Roma

Sa quello che vuole e, per quanto ha già fatto e sta facendo, nessuno ha dubbi che ce la farà. Fin da giovanissimo Giuseppe Alessio Nuzzo ha cominciato ad amare il cinema in maniera talmente forte da decidere, con notevole tempestività, di volersene occupare. Da allora, e sono passati solamente pochi anni, ha fatto una quantità di cose. Ideatore, fondatore e direttore generale del "Social World Film Festival", il ventiseienne appassionato di cinema è anche altro. Collabora alla Scuola di cinema di Napoli, è stato in visita sia al Parlamento europeo di Strasburgo che in rappresentanza del cinema giovane italiano a Los Angeles, anche giurato per il "Premio Marc'Aurelio Esordienti" alla Festa Internazionale del Cinema di Roma, autore di numerosi cortometraggi e documentari tra cui "Primitivamente" con Giancarlo Giannini e le musiche di Enzo Avitabile e "Cinema in costiera. Da qualche mese ha pubblicato il suo primo libro "Cinema è sogno", antologia delle frasi più celebri dal 1930 ad oggi. Il suo curriculum è già tanto lungo da non poterlo utilizzare tutto! Per questo lascio alle sue risposte il "tant'altro" che è nella sua vita e nei suoi progetti. Vuole raccontarmi dove e come è cominciata la sua storia? Che cosa ricorda di quando era bambino?
 
«Secondogenito di una sorella, sono nato a San Felice a Cancello in una famiglia abbastanza modesta ma fantasiosa. Ero un bambino curiosissimo che si chiedeva sempre il perché di ogni cosa, affascinato dalla tecnologia, poco sportivo e tanto studioso anche se... in poco tempo. Al Liceo scientifico ho sempre avuto il massimo dei voti!» Che succede della sua vita in seguito? «Che mi sono iscritto alla Facoltà di Medicina e mi sono laureato con il massimo dei voti in Odontoiatria. Non è facile immaginare il nesso tra l'odontoiatria e il cinema». Quando, come e perché, con l'insistenza che tutti le riconoscono, il cinema è arrivato anche nella sua vita professionale? «Da piccolo sono sempre stato attratto dal cinema. Il grande cinema lo guardavo in televisione perché non c 'era computer o altro ma pur guardando sempre e tanto cinema non mi era mai venuto in mente di poterlo un giorno fare! Accadde eh,e a sedici anni, la professoressa mi spinse a frequentare un corso cosi che, quando la scuola dovette girare un cortometraggio, me ne occupai io. Dopo il primo ne girai un secondo sul terremoto in Abruzzo, anche premiato dal Presidente Giorgio Napolitano. Fatti questi cortometraggi, a diciotto anni mi venne in mente di organizzare un festival dedicato al cinema ma fatto solo da giovani». Una bella idea che... come ha potuto portare avanti? «Prima di tutto cominciai a frequentare tutti i Festival di cinema più autorevoli e quindi Venezia, Capri, Taormina, Vittorio Veneto dove incontrai due personaggi legati ali Organizzazione del cinema che mi aprirono un mondo di possibilità. Tutto questo accadeva tra il 2010 e il 2011». Che cosa fece in seguito? «Fondai il "Social World Film Festival" legato a tutte le tematiche sociali e quindi non solo cinema di intrattenimento ma veicolo di messaggi destinati alla società». Come mai ha focalizzato, indirizzato, creato e attuato tutto il suo amore per il cinema a Vico Equense, cittadina speciale ma lontana dal suo territorio di appartenenza? «Quando mi resi conto di aver ottenuto dei fondi, la prima opzione fu di chiederlo ad Acerra, mio paese, dove vivo con la mia famiglia, ma quando mi venne negato scelsi Vico Equense per una serie di ragioni sentimentali. A Vico i miei genitori si erano sposati, io ero stato battezzato e cresimato, c 'è sempre stato con il paese della penisola sorrentina un lungo legame, quasi un amore». Chi le ha insegnato di più? A chi deve gran parte della sua formazione? «Senza nemmeno pensarci un istante, mi ha formato e mi ha spinto a fare quello che faccio Nuovo Cinema Paradiso " il film di Giuseppe Tornatore. Mi sono sempre immedesimato nel piccolo Totò che nel film ama il cinema più di ogni cosa... Giuseppe Tornatore mi ha fatto, e continua a farmi, sognare».. Ha fatto o no la gavetta? Le è servita o cosa? «La gavetta è fondamentale al percorso di formazione come è stato significativo lo studio al Centro sperimentale di cinematografia. La gavetta serve come nessun altra cosa». Che cos'è il cinema per lei? «E sogno. E il mio sogno perché al cinema la realtà non esiste». Che cosa vorrebbe fare? « Vorrei continuare ad essere il direttore del mio festival, che è come un figlio e vuole dimostrare che è più grande dei suoi sei anni di vita. Inoltre mi ha fatto crescere». Quali sono le cose già concretamente fatte e firmate nel cinema? «Tre documentari tra cui "Cinema in costiera " in cui sono elencati i cento film girati in Penisola sorrentina, poi "Primitivamente " con Giancarlo Giannini, ispirato ad una poesia di Raffaele Viviani, con le musiche di Enzo Avitabile che ho dedicato ad Acerra e il terzo "Informale la vita " ispirato ad una ragazza di venti anni con problemi da raccontare».. È ambizioso? «Più che a me stesso, la passione mi spinge a fare le cose alle quali tengo».. Una paura professionale l'ha mai provata? «La paura la vivo sempre ma con la massima serenità. Conosco i miei limiti e lavoro facendo quello che posso e so fare».. Un progetto, qualcosa da fare nel prossimo futuro ce l'ha? «Prodotto dal Dipartimento di Stato, sto per varare il mio primo lungometraggio "Le due verità " che nasce da un mio soggetto, un thriller psicologico, scritto da Toni Trupia con una serie di attori professionisti e giovani tutti al di sotto dei trentacinque anni».. Dovendo definirsi o raccontarsi che vuole dirmi? «In alcuni casi preferisco affidarmi a chi è riconosciuto capace, perché conosco i miei limiti e non so se sono un talent scout! Penso di essere tranquillo, frettoloso, creativo, pesante e ottimista». Un rimorso o un rimpianto ce l'ha? «Ne l'uno ne l'altro. Mi sono sempre sentito appagato professionalmente e umanamente. Piuttosto ho qualche nostalgia per i tanti personaggi del cinema che non ci sono più».. Soddisfatto o orgoglioso di quanto ha fatto? «Umanamente orgoglioso di essere arrivato a fare tanto». Che cosa vorrà diventare in futuro? «Lo saprò da grande... se diventerò regista o altro!». Vuole parlarmi del suo primo libro, appena pubblicato "Cinema è sogno", un vero e proprio atto d'amore per il cinema, nel quale ha inserito tutte le frasi celebri dei film più famosi mai girati? «Il libro è nato per caso, perché, da patito di cinema, in una serie di quaderni avevo trascritto le frasi che mi avevano colpito dei film più amati. Poi l'incontro con Gianluigi Rondi mi ha spinto a farlo e gli sono molto grato» Un orgoglio qual è? «Quello a soli ventisei anni di essere stato definito da un grande critico di cinema come Rondi un cultore anche se non mi sento uno scrittore».. Al di là del cinema quali sono le cose che le piacciono? «Mi piace mangiare.... invece odio la falsità che è una condizione che inganna ed io preferisco sapere la verità». Non pensa di avere bruciato le tappe? «Sì, anche perché è una cosa che mi ripetono tutti». La vita com'è per un appassionato di cinema? «Una scoperta. Invece di assillare mio padre assillo la rete... Oggi so che non posso fermarmi mai».

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