venerdì 1 aprile 2016

Chiude l'ufficio postale di S. Agata?



di Archeoclub

Massa Lubrense - È incredibile, è come festeggiare un centenario con una bella cassa da morto! Sì, perché la prima foto in allegato, datata 10/02/1917, a firma del direttore Don Nicola Persico, su carta intestata 'Amministrazione delle poste e dei servizi elettrici' ci suggerisce degli interessanti spunti di riflessione: primo, l'ufficio postale di S. Agata non fungeva da sola 'ricevitoria postale' ma anche da 'punto telegrafico ed elettrico', uno dei pochi in penisola; punto due, il direttore Don Nicola Persico, si era speso per la vendita di 15 biglietti di una lotteria 'Pro combattenti' (nei locali che occupa oggi l'Archeoclub, comprese le altre ali dello stabile “Il Quartiere”, trovavano ricovero i veterani e i reduci della prima guerra mondiale); il documento testimonia di un tentativo di vendita di 15 biglietti, dei quali vengono restituiti 9 "pel tempo breve" avuto per sistemarli. Chi era don Nicola? Oggi è pressoché sconosciuto, ma se cercate su internet immagini d'epoca di Massa Lubrense e della Penisola Sorrentina, troverete proprio le fotografie fatte dal direttore. Se sullo scaffale di casa avete il libro di Enzo De Martino “Massa Lubrense nelle immagini delle cartoline d’epoca”, sappiate che tutte sono di don Niculino. Secondo la testimonianza della nostra cara Elisabetta Aversa, aveva tutta l'attrezzatura per fare fotografie, e per la sua anima da fotografo professionista, voleva che la luce fosse perfetta, che i chiaroscuri fossero quelli cercati, che il particolare rendesse quanto si aspettava: insomma, non era un tipo da selfie. Amante del nostro paese, cultore delle lettere, uomo di strada e di chiesa, don Nicola ha amministrato l'ufficio postale fino a quando questo si spostò di fianco al bar Centrale, come si vede nella foto n. 2. L'ultima foto, quella che raffigura l'auto postale nel momento dell'arrivo, come curiosamente riporta la didascalia, ci dice che l'ufficio postale in questione era all'ingresso del corso, quasi a testimoniarne il ruolo di primo piano che ebbe durante le due guerre mondiali.
 
Il Banco di Napoli arriva tardi in Penisola, dopo la notissima Banca Popolare della Penisola Sorrentina di Tommaso Astarita: nonostante il primato deve condividerne il medesimo destino? Ci sembra davvero una nemesi da evitare: come dire, ripetere un errore ci sembra davvero intollerabile! L'ufficio postale di S. Agata ha una storia centenaria che dovrebbe essere valorizzata, magari integrata con i documenti che l'archivio comunale custodisce, non certo recidendola in nome di un principio economico che l'Archeoclub non è disposto ad accettare quale metro unico con cui prendere decisioni. Si potrebbe rispondere alla direzione centrale su molti punti, attaccando la decisione con argomenti di scienza logistica, di microeconomia, così come di allocazione delle risorse su un territorio a densità disomogenea; noi preferiamo farlo da amanti del patrimonio culturale: l'ufficio postale di S. Agata è un pezzo di storia. Basterebbe questo... in un paese che sa cosa significa conservare la memoria.

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