venerdì 9 dicembre 2016

Put costiera, svolta più vicina pronto il ddl: «Basta gabbie»

Penisola sorrentina
Infrastrutture e restyling, il testo va in Consiglio regionale 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Penisola sorrentina - Ora la palla passa al consiglio regionale. Sarà l'assemblea campana a vagliare il disegno di legge di revisione del Piano urbanistico territoriale della penisola sorrentina e della costiera amalfitana. Un'iniziativa invocata per anni da tecnici e amministratori comunali, esasperati dai rigidi vincoli contenuti nella legge 35 del 1987, e partorita tre mesi dopo l'approvazione dell'emendamento al Documento economico-finanziario che impegna la Regione ad aggiornare la normativa urbanistica. L'obiettivo del testo, presentato dal vicepresidente della commissione Bilancio Alfonso Longobardi, è sbloccare una serie di interventi edilizi attualmente vietati in penisola sorrentina e in costiera amalfitana così come nell'area stabiese e sui monti Lattari. In particolare si punta a facilitare i cambi di destinazione d'uso di strutture abbandonate e a consentire i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria nelle aree nelle quali continuano a essere vietati. D'altronde il Put, oltre a proibire nuove costruzioni, ha generato nel corso degli anni una serie di paradossi. Basti pensare che in alcuni Comuni si trovano edifici tra la zona 1A, in cui è vietato qualsiasi tipo di intervento edilizio, e la zona 2, nella quale sono invece ammessi determinati tipi lavori.


Con la conseguenza che, ad esempio, i proprietari possono effettuare un restyling solo degli ambienti compresi nella zona 2 e non anche di quelli ricadenti nella zona 1A. In molte aree, inoltre, il Put vieta i lavori di ristrutturazione edilizia tra i quali è compreso l'adeguamento antisismico: un intervento spesso necessario per gli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole. Senza dimenticare che la demolizione e ricostruzione dei fabbricati, consentite del Piano Casa approvato dalla Regione nel 2009, finiscono per essere vietate perché quest'ultimo non può derogare al Put. Ecco perché, negli ultimi mesi, gli incontri tra amministratori comunali, dirigenti degli uffici tecnici, esperti di urbanistica e rappresentanti della politica regionale si sono susseguiti a un ritmo frenetico. Il risultato è costituito da due dossier m cui i sindaci dei Comuni interessati hanno segnalato le storture generate dalla legge 35 del 1987 e chiesto alla Regione un cambio di passo. I due documenti hanno poi ispirato la proposta a firma di Alfonso Longobardi. «Abbiamo un' occasione storica per promuovere, attraverso il rilancio delle aree urbane, un'autentica rivoluzione economica, sociale e civile - sottolinea il consigliere regionale - E questo dovrà avvenire impedendo nuove colate di cemento e rispettando la vera vocazione di territori che per anni sono rimasti inutilmente ingabbiati da una normativa urbanistica obsoleta ed esageratamente conservativa, senza poter essere al centro di importanti investimenti strutturali». Un primo e parziale sblocco degli interventi edilizi in penisola sorrentina, costiera amalfitana e area stabiese, però, potrebbe arrivare già prima della discussione e dell'eventuale approvazione del disegno di legge di revisione del Put. Nei prossimi giorni sindaci e dirigenti comunali incontreranno i vertici della Soprintendenza per la firma di un protocollo d'intesa che dovrebbe consentire almeno la ripresa dei lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione, ristrutturazione edilizia e forse anche il recupero abitativo dei sottotetti. Il summit decisivo era in programma oggi a Napoli, ma nelle ultime ore è saltato. Probabile, quindi, che le parti si vedano prima delle festività natalizie. La posta in palio è alta: facilitare quegli interventi per i quali è spesso necessario il parere della Soprintendenza e che, in alcuni casi, attendono per anni di essere autorizzati dagli uffici tecnici comunali.

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