venerdì 14 luglio 2017

La procura: «Il sindaco va processato»

La richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Pavia e coinvolge altri tre dirigenti comunali e quattro imprenditori 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Meta - Per la Procura della Repubblica non ci sono dubbi: Giuseppe Tito, sindaco di Meta e consigliere metropolitano del Pd, va processato insieme ai tré dirigenti comunali e ai quattro imprenditori coinvolti nell'inchiesta sui presunti appalti pilotati nel Comune costiero. A decidere se rinviare a giudizio davanti al Tribunale le otto persone inquisite sarà il giudice Antonio Fiorentino al termine dell'udienza fissata per il 14 novembre. La richiesta di rinvio a giudizio porta la firma di Silvio Pavia, sostituto procuratore di Torre Annunziata; una mossa annunciata, alla luce dell'avviso di conclusione delle indagini notificato agli indagati il 20 febbraio scorso, ma che segna una svolta nell'inchiesta sull'assegnazione di tre appalti. Sotto la lente d'ingrandimento c'è innanzitutto il parcheggio sulla spiaggia per il 2012 che, secondo il pm, sarebbe stato affidato in base a un accordo tra Tito, all'epoca assessore al Corso pubblico, e l'imprenditore Antonino Staiano. Per ottenere la gestione del servizio il presidente della società affidataria Nunzio Lardaro avrebbe versato all'attuale sindaco, tramite Staiano, 2.500 al mese per sei mesi. Di qui l'ipotesi di corruzione a carico di Tito che comunque, prima di un eventuale processo, dovrà essere vagliata dal giudice dell'udienza preliminare. Nel mirino della Procura è finito pure il servizio di trasporto scolastico per il 2014-2015 che sarebbe stato assegnato a una ditta priva dei requisiti indicati dalla normativa regionale.
 
Terza questione al centro dell'inchiesta è l'appalto perle luminarie natalizie del 2014 che sarebbe stato di fatto aggiudicato a un' impresa prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte. Anche in queste vicende, secondo i magistrati oplontini e i finanzieri di Massa Lubrense che hanno svolto le indagini, Tito avrebbe rivestito un ruolo determinante. Ecco perché il sindaco è indagato pure per induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio, turbativa d'asta, peculato, omessa denuncia e falso. La Procura di Torre Annunziata ha chiesto il rinvio a giudizio non solo per il primo cittadino di Meta, ma anche per le altre sette persone finite sotto inchiesta. Tre sono dirigenti comunali: Rina Paolotti, indagata per abuso d'ufficio per aver firmato il provvedimento di assegnazione del servizio di trasporto interno a una ditta priva dei requisiti di legge; Paola De Maio, alla quale si contestano la turbativa d'asta e il falso ideologico per la «precoce» assegnazione dell'appalto delle luminarie natalizie 2014; Rocco Borrelli, nel mirino della Procura per abuso d'ufficio, turbativa d'asta, omessa denuncia, falso ideologico e peculato. Quattro, invece, gli imprenditori per i quali il pm Silvio Pavia ha chiesto il processo: Nunzio Lardaro, Antonino Staiano e Carmela Izzo, rispettivamente presidente, gestore e dipendente della società alla quale fu affidato il parcheggio sulla spiaggia; a questi si aggiunge Aniello Donnarumma, numero uno della società alla quale nel 2014sarebbe stato consentito di montare le luminarie 15 giorni prima della scadenza del bando. Ora la palla passa al giudice Antonio Fiorentino. Sarà lui a valutare, al termine dell'udienza preliminare fissata per il 14 novembre, la consistenza delle ipotesi formulate dalla Procura a carico di Tito e degli altri indagati: uno snodo decisivo al termine del quale si saprà se sindaco, dirigenti comunali e imprenditori dovranno affrontare o meno il processo.

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