giovedì 12 ottobre 2017

Monte Faito, guerra agli ecomostri

Ponti radio e ripetitori tv in disuso e casotti con tetti d'amianto abbandonati

Fonte: Fiorangela d'Amora da Il Mattino 

Castellammare di Stabia - Ecomostri realizzati con amianto tra i boschi del Faito, volontari e associazioni si mobilitano per chiederne la rimozione. Si tratta di vecchi ponti radio ormai in disuso: un ripetitore della Banca popolare di Novara, due edifici appartenenti alla SNAM, in funzione fino al 2005, e una struttura della Montecatini Edison costruiti tra gli anni '80 e '90 sul crinale tra la Conocchia ed il Molare. Edifici abbandonati, utilizzati in passato per le comunicazioni, ma che oggi rappresentano solo un pericolo per l'ecosistema. «Abbiamo scritto una lettera a Regione Campania, Arpac, Vigili del Fuoco, per chiedere la verifica delle strutture radiotelevisive e telefoniche presenti sul Faito afferma Dario Russo della Pro Faito - e pensare alla rimozione o ad un riutilizzo dei vecchi ponti radio, in disuso da decenni». La lettera arriverà questa mattina anche sulle scrivanie del sindaco stabiese Antonio Pannullo e del collega vicano Andrea Buonocore. Dopo la stagione degli incendi, al Faito è tempo di programmare attività per la prevenzione. «Per questo motivo abbiamo già proposto al presidente del Parco, Tristano dello Joio, di riutilizzare i vecchi tralicci, dopo la bonifica, come torrette antincendio - prosegue Russo - mentre l'edificio in cemento potrebbe diventare un rifugio». Una proposta che ha bisogno di finanziamenti per essere attuata e il solo interessamento del Parco Regionale dei Monti Lattari non basta. «Sarebbero dei passi importanti per la riqualifica del Faito, quello che abbiamo subito quest'estate non lo dimenticheremo» conclude il presidente dell'associazione, che domenica ringrazierà i volontari dell'Avf donando loro attrezzature antincendio. Una cerimonia per guardare avanti su quanto c'è ancora da fare per il Faito. I progetti e le idee sono tante ma i punti di partenza, almeno sul versante stabiese, sono due: la pulizia degli alvei per impedire frane e smottamenti e la riapertura della strada che dalla collina di Quisisana a Castellammare conduce al Faito.
 
Per la pulizia il Parco Regionale dei Monti Lattari ha avuto mandato, nell'ultima riunione tenutasi in Prefettura a fine settembre, di coordinare gli interventi tra Comune e Sma Campania. «Ci siamo attivati per scongiurare il peggio, ci saranno opere di ripristino dei costoni - commenta il presidente dello Joio - metteremo in sicurezza il territorio pulendo i canali e le vasche borboniche che gestiscono il troppo pieno, permettendo all'acqua di scendere a mare e nella rete fognaria». Per la strada di Quisisana, invece, arrivare alla riapertura è davvero difficile. Nonostante la volontà, che ora è anche della città di Vico, che vede l'ex mulattiera come una via di fuga dal Faito in caso di frane o di interventi strutturali lungo il percorso che taglia le frazioni vicane, non ci sono all'orizzonte fondi o progetti. L'unica attività è quella della Pro Faito, che con Clementina Esposito ha fatto partire una petizione indirizzata alla Regione.

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