mercoledì 1 maggio 2024

Meta. Dai ragazzi del Marone mano tesa con i fumetti agli ex detenuti di Nisida

La storia di Artemisia Gentileschi in cento libri regalati dagli studenti del liceo della costiera a "Puteoli sacra" 

di Ilenia De Rosa - Il Mattino

Meta - Cinquanta studenti del liceo «Publio Virgilio Marone» di Meta hanno donato 100 fumetti alla «Puteoli sacra» per tendere una mano ai ragazzi dell'Istituto penale per i minorenni di Nisida. E lo hanno fatto attraverso la figura della pittrice Artemisia Gentileschi, scoperta, conosciuta e amata nell'ambito del progetto di educazione civica «Le Radici del Futuro». Il fumetto è stato realizzato graficamente durante un percorso didattico incentrato sull'importate personaggio femminile del 600, diventato protagonista della storia illustrata. Lunedì scorso il gruppo di alunni del liceo diretto dalla preside Immacolata Arpino si è recato, insieme alle docenti, presso il Duomo di Pozzuoli dove ha potuto "avvicinarsi" ulteriormente alla pittrice. In quel contesto i ragazzi hanno regalato 100 fumetti stampati dalla scuola alla «Puteoli sacra» che utilizzerà il materiale nell'ambito delle attività volte al recupero degli ex detenuti. «I fumetti, dal titolo "La storia di Artemisia", su vittime innocenti delle mafie e su Eleonora Pimentel Fonseca, sono stati realizzati tempo fa e ristampati per farne dono a chi ha sbagliato ma ora ha scelto di cambiare vita spiega Carmen Sicignano, referente del progetto didattico - Sono stati donati anche 60 segnalibri con la riproduzione di Clio, la musa della storia, realizzati da altre due alunne».

 

Artemisia Gentileschi è stata una talentuosa pittrice del Seicento che, fin da piccola, ha deciso di dipingere in un mondo in cui alla donna non era concesso seguire le proprie passioni. Ha cominciato ad imparare l'arte della pittura nella bottega di suo padre, Orazio Gentileschi, ma a 17 anni è stata violentata da Agostino Tassi, un collega di suo padre al quale era stata affidata dal genitore per apprendere le tecniche pittoriche. La vittima ha dovuto prendere parte a un processo per stupro nel corso del quale ha subìto umiliazioni e sofferenze per dimostrare di non essere stata lei a provocare l'aggressore. Artemisia non si è sottratta nemmeno alla prova dei "sibilli" ovvero allo schiacciamento delle falangi, cosa che avrebbe messo a rischio il poter continuare a dipingere. Il processo, infine, ha riconosciuto la colpevolezza del Tassi. Una storia forte, su cui gli studenti del «Marone» hanno riflettuto molto, cogliendone i valori. «Artemisia Gentileschi non è solo una donna simbolo per dire no allo stupro subito sottolinea la docente Sicignano - ma anche una donna fiera di esserlo che ha lottato sempre con determinazione per difendere la sua dignità e la sua passione di essere pittrice. Fin da piccola ha mostrato il suo talento che, poi, ha coltivato diventando un'artista di grande valore con una copiosa produzione in cui è evidente una forte narrazione in metafora del suo vissuto». Durante l'incontro gli studenti, oltre ad osservare e studiare le opere della Gentileschi, hanno avuto modo di conoscere alcuni ex detenuti dell'Istituto penale per i minorenni di Nisida. Le loro storie di pentimento e riscatto sociale hanno commosso i presenti e acceso un faro sull'importanza del giusto reinserimento sociale per chi ha pagato per i suoi sbagli.

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