martedì 14 dicembre 2010

Perchè non sono di sinistra: dalla crisi del marxismo al marxismo della crisi

Vico Equense - La situazione non è più controllabile, ma la tragedia è che oggi nessuno più dice, che il capitalismo non è l'unico sistema di organizzazione sociale possibile. Si parla molto, oggi, di crisi della politica e con questa diagnosi si crede di poter spiegare (se non giustificare) la disaffezione verso di essa e, addirittura, il desiderio, se non il successo, dell´antipolitica. In questo quadro, la politica viene identificata con un agire piegato agli interessi dei partiti e dello stato e alle dinamiche di gestione del potere. Ma che cos´è ciò che gli apparati chiamano antipolitica? È in questo piatto, assai poco succulento nel suo trasudare miserie, che bisogna mettere le mani, bisogna, come sostiene Alain Badiou «rispondere alla sfida di dover pensare la politica fuori della sua soggezione allo stato e fuori della cornice dei partiti o del partito»[1] . La componente principale del pensiero unico contemporaneo, quello per il quale il capitalismo è l´unico mondo possibile, è costituita dai politici che attribuiscono agli imprenditori "moderni" il ruolo di salvatori dell´umanità. Con la fine del ruolo propulsivo e salvifico che una volta aveva la "classe operaia" e, soprattutto, con l´implosione del modello sovietico, quello che una volta era il discorso marxista si è trasformato in mero economicismo, per il quale, le uniche strade praticabili per uscire dalle crisi periodiche che il capitalismo ciclicamente produce per autoarricchirsi, finiscono per diventare per la politica istituzionale le sole possibilità di salvezza. E´ in questo modo che certa imprenditoria "nazionale" (o facente gli interessi nazionali) finisce col giocare un ruolo salvifico sostituendosi a certe analisi tardo-marxiste oramai impraticabili e inutili. Anche la sinistra attuale è convinta di questo.Quando Marchionne dice che la FIOM, nel denunciare la distruzione dello Statuto dei lavoratori - che lui violentemente brutalizza, - fa terrorismo e che lui non trova nessuna ragione per investire in Italia e tutti stanno zitti, ci troviamo di fronte a quell´economicismo salvifico, per il quale il profitto e il capitale solo le uniche realtà per le quali la vita ha un senso. Anche la pallida risposta del segretario della CGIL e di tutta la triplice, va in questa direzione. Se questa è la realtà di oggi, e lo è, allora a mio avviso non ci sono più mediazioni possibili. Tentare di trovare soluzioni partendo dalle affermazioni di Marchionne significa accettare che i ricchi debbano avere sempre più soldi e che i morti di fame debbano continuare a morire di fame. Significa dar ragione al sistema del profitto, del plus valore, significa accettare la logica dell'impoverimento del pianeta. Oggi nessun politico parla di redistribuzione della ricchezza!!! Tutti gli interventi e tutte le politiche mirano a mettere le toppe a questo sistema ma nessuno che tenti un ragionamento fuori dalla sua logica. La politica allora, deve secondo me rispondere alla sfida di doversi pensare fuori della sua soggezione allo stato e fuori della cornice dei partiti o del partito e deve ripartire da una mutazione «ontologica», attraverso la quale si affermi una «massima trascendentale», secondo la quale «se ciò che non valeva niente» riesce a giungere all´esistenza, riesce ad avere una sua rappresentanza, riesce ad aver una voce e penso soprattutto: agli immigrati, «allora un dato consolidato dell´apparato di sistema viene distrutto» e una nuova possibilità umana si fa strada. Chi lo ha detto che la ricchezza umana debba essere solo quella misurata con la crescita del prodotto interno lordo? E chi lo ha detto che questo debba crescere all´infinito? La monnezza è l'ipostatizzazione del capitalismo e di chi fa i soldi col capitalismo impoverendo gli uomini e l'ambiente!!! Bersani o chi per lui, invece di organizzare manifestazioni di piazza dovrebbe organizzare le masse per pensare ad un mondo diverso da questo e spiegargli che invece questo sistema sta impoverendo tutti, soprattutto i più deboli. Non sono parole anacronistiche e per questo parteggio per gli studenti inglesi che stanno lottando non solo per il diritto allo studio, ma stanno facendo un´ideale battaglia contro il capitalismo. Chi sta impoverendo il paese ed il mondo, deve capire che non può continuare a farlo per l'eternità. Le famiglie non ce la fanno più a vivere e molte volte le apparenze di un finto benessere poggiano solo su bolle creditizie che prima o poi finiranno per scoppiare, come è successo in Irlanda. Da noi, in Penisola Sorrentina - che spesso è citata come fosse la California- rispetto a una Napoli e provincia che tracimano immondizia, siamo prigionieri di un sistema fragile di apparenze, ma le contraddizioni sono vistosissime anche da noi. Quiesto è un mondo che ha perso la capacità di pensare a qualcosa di diverso e soprattutto con gente che non ha il coraggio di proporre o semplicemente pensare ad una realtà che non sia misurata dai soldi. Cominciamoli a fare un po´ tutti questi discorsi e non lasciamoli parzialmente solo nelle mani della Chiesa. Stiamo consumando questa banale dimensione dell'essere per la quale questo sistema economico sta distruggendo l'umanità. Io non sono un politico, non lo sarò mai, ma chi fa politica non può continuare a dire menzogne delle quali, la più grossa: che il capitalismo è l'unica via possibile e che al di fuori ci sono solo esperienze totalitarie perchè se è così, che arrivino allora altri 10, 100, 1000 Marchionne a fare solo gli interessi del profitto. Raccontatela ad altri questa favoletta! Non la volevo sentire in passato e meno che mai ora che sta producendo i suoi effetti devastanti. Le masse, come oggi sono state ridotte all´obbedienza cieca perchè tutti gli fanno sentire ogni giorno, ogni ora, ogni minuto la stessa canzone come è bello questo sistema, avrà qualche falla, ma non ne abbiamo una migliore. Questa è una menzogna! Non è vero! E le folle di immigrati che arrivano da noi stanno a dimostrare il contrario, siamo noi che li abbiamo affamati e stiamo continuando a farlo, esportando il capitale nei loro paesi e sottopagandoli e in questo modo contribuiamo ad affamare anche i nostri operai qui. Bisognerebbe cominciare a fare un lavoro lungo. Bisognerebbe cominciare a smontare pezzo dopo pezzo un paradigma culturale per il quale il vero tabù e ' ciò che e' vecchio, nel senso di superato, per conto mio si dovrebbe insegnare Gramsci nelle scuole per aiutare a crescere in consapevolezza quelli che non hanno chance. Non e' un compito facile soprattutto perché oggi nessuno più intende la politica in questo modo. Tutti i piddini di oggi sono il peggio o il meglio, e' uguale, del cattocomunismo del PCI di allora. Questo pero' non mi impedisce di definirmi comunista oggi, come appunto fanno Zizeck e Badiou, suscitando lo scandalo degli uomini di sinistra di oggi, in questo, non molto diversi da quelli di destra. La sinistra di oggi auspica e difende le società pacificate televisivamente dal consumo e dilaniate dal vuoto e dalle nevrosi, dove ognuno difende il suo orticello pronti a chiamare terrorista e antidemocratico chi imbratta il senato o la macchina di un politico di vernice o di uova marce. I reietti e i poveri del mondo hanno sete di giustizia sociale ed hanno il diritto di pretenderla anche con la forza. La mia domanda a quelli di sinistra e' : e' scandaloso stare dalla parte di questa gente piuttosto che dalla parte del benessere pacificato dal televisionismo consumistico? E' scandaloso dire che bisogna ridistribuire la ricchezza? E' scandaloso dire che questa democrazia e' un mediocrazia oligarchica che confeziona i modi e le forme del fare politica a suo uso e consumo? Io sono stufo di questa cacca con dolcificante che ci danno tutti i giorni e sono stufo di chi come i piddini ti additano come illuso sognatore. Che sognassero un poco pure loro, visto che già dormono da tempo in un catatonico sonno senza sogni e la smettessero di fomentare l'ottusità di massa. (di Franco Cuomo)

[1] A.Badiou, La Comune di Parigi, Cronopio, Napoli, 2010;

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