mercoledì 1 maggio 2013

«PianOmaggio per Giorgio Gaber»

Piano di Sorrento - Cento minuti per raccontare il percorso musicale, teatrale e cinematografico di Giorgio Gaber. Il «teatro-canzone» sbarca in costiera
sorrentina con l’incontro-spettacolo «Gaber se fosse Gaber», che andrà in scena giovedì alle 21 al teatro delle Rose di Piano di Sorrento, nell’ambito del cartellone «PianOmaggio per Giorgio Gaber», promosso dall’associazione culturale «Eta Beta». Lo spettacolo, già «sold out» nei teatri italiani, è una «lezione» dell’attore-scrittore e giornalista Andrea Scanzi, che offre spunti interessanti per approfondire le tematiche del «teatro canzone». La narrazione si alterna con filmati editi e inediti che ritraggono Gaber, tratti dal repertorio della Fondazione che patrocina lo spettacolo. Sul palco il solo Andrea Scanzi, che alternerà monologhi divulgativi, non senza riferimenti spigolosi all’attualità, a filmati. Lo spettacolo si completa con la mostra «Qualcuno era Giorgio Gaber», allestita all’interno del teatro delle Rose e visitabile fino al 5 maggio. Ma il tour dedicato a Gaber (che rientra nell’ambito della quinta edizione di «Progetti d’autore» dell’associazione Eta Beta) riserva anche altri appuntamenti.Venerdì, alle 21.30 al «Marianiello jazz caffè», ecco la presentazione di «G. Vi racconto Gaber» di Sandro Luporini: durante la serata, si alterneranno letture del libro e l’esecuzione dal vivo di cover di brani del duo «Luporini-Gaber», proposte da Valentina Bruno (Vladimir Gonzales, Les Apaches) e Pasquale Sorrentino (Pennelli di Vermeer), eredi della tradizione del Teatro Canzone, proprio per il tipo d’interpretazione che solitamente propongono nel loro repertorio. Sempre all’interno dei locali del Marianiello, numerosi artisti della penisola sorrentina e non solo, espongono le proprie interpretazioni grafiche e pittoriche su Gaber. Un'esposizione «collettiva e non competitiva», curata da Senzarte, dal titolo «Gaber visto da…», in cui in tanti daranno il proprio contributo per esprimere le impressioni visive e le suggestioni che Gaber ha lasciato. (Fonte: Giuseppe Damiano)

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