venerdì 4 aprile 2014

Salute mentale, a Vico Equense anche don Ciotti e Silver "contro tutte le ingiustizie"

Da tutta Italia per i due giorni di Congresso nazionale in occasione dei quarant'anni di Psichiatria Democratica

Fonte: Donatella Trotta da Il Mattino

Vico Equense - Che cosa hanno in comune uno psichiatra di lungo corso, un popolare sacerdote antimafie, un noto penalista impegnato nel sociale e un celebre fumettista autore di un personaggio anarcoide amato da più generazioni? L’Associazione Psichiatria Democratica non ha dubbi: il rispetto per la libertà e la lotta «Contro tutte le ingiustizie». Si intitola così la tavola rotonda conclusiva e il Congresso nazionale dell’Associazione, che per il suo quarantennale ha chiamato a raccolta venerdì 4 e sabato 5 aprile, nel Castello Giusso di Vico Equense, in provincia di Napoli, operatori e specialisti da quasi tutte le regioni d’Italia. Alla tavola rotonda, in programma la mattina di sabato 5 aprile, interverranno infatti Domenico Casagrande, primario veneziano già compagno di battaglie di Franco Basaglia e tra i fondatori di Psichiatria Democratica, don Luigi Ciotti, presidente dell’Associazione Libera, il penalista Riccardo Polidoro, fondatore e presidente dell’Associazione «Il carcere possibile» e Guido Silvestri, in arte Silver, ”papà“ di Lupo Alberto che quest’anno celebra anche lui i suoi primi quarant’anni (festeggiati il 13 marzo scorso dall’artista a Napoli, dove è in corso fino all’11 maggio 2014, nelle sale delle Cortigiane a Castel dell’Ovo, una sua grande mostra storico-antologica ospitata nella rassegna «Attenti al lupo!», promossa dall’Associazione culturale Kolibrì).


Il confronto plurale di sabato mattina, dopo le relazioni( con interventi, tra gli altri, di Luigi Attenasio, Cesare Bondioli, Ilario Volpi, Maurizio Caiazzo), le discussioni e i cinque gruppi di studio della giornata iniziale di venerdì, sarà preceduto da due premiazioni: ulteriore testimonianza dell’apertura al territorio da parte di operatori sanitari impegnati a salvaguardare la salute mentale in tutti i suoi aspetti, legalità compresa. Da un lato, gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Vico Equense «F. de Gennaro», con il loro preside Armando Izzo, partner del Congresso, patrocinato dal Comune di Vico Equense (assessorato alle politiche sociali, guidato Maria Cioffi) in collaborazione con l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo vicana; dall’altro lato, la squadra «Nuova Quarto calcio per la legalità», premiata alla presenza tra gli altri del capitano del team Riccardo Zinno, del pm anticamorra Antonello Ardituro e di Luigi Cuomo, presidente di SOS Impresa dopo il ricordo, nella prima giornata dei lavori, del compianto psichiatra Fausto Rossano, pioniere di una psichiatria territoriale concretizzata nell’istituzione, trent’anni fa, delle prime ventisei case famiglia in Campania. «È lo spirito di questo congresso, ma anche di Psichiatria Democratica», spiega lo psichiatra Emilio Lupo, Segretario nazionale dell’Associazione dal 1996 e ”anima“ dell’iniziativa, dedicata a Franco Basaglia per ricordare con proposte concrete e operative quarant’anni di impegno. Per l’universalità dei diritti umani. Per una legalità partecipata dal basso. E soprattutto per una salute pubblica intesa, secondo il dettato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), come «stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia». Condizione non scontata, in un contesto di crisi globale nel quale il ”disagio della civiltà“ sembra aver raggiunto vette inedite: e si intitola proprio per questo «Contro tutte le ingiustizie» il Congresso nazionale di Psichiatria Democratica, con oltre duecento partecipanti, da nor a sud del Paese. Un appuntamento fitto di iniziative, connotato da ben tre manifesti d’autore firmati per l’occasione del quarantennale da Staino, Geppino Cilento e, appunto, Silver: «Segno della trasversalità pluridisciplinare dei nostri lavori, aperti a tutti ben oltre le gabbie, gli schematismi e gli steccati delle competenze di ciascuno, in un’agorà di reciproco confronto», sottolinea ancora Emilio Lupo, autore di una relazione ispirata da Baruch Spinoza («Io amo la libertà non nella libera decisione, ma nella libera necessità»), che ha aperto il Congresso con un ventaglio di proposte concrete per una psichiatria territoriale. Tra gli obiettivi della due giorni, infatti, rilanciare «l’idea di una salute mentale di comunità, anziché la psichiatria dell’attesa o dell’urgenza, consolidando lo stare insieme di molteplici realtà del territorio che si oppongono ad ogni forma di prevaricazione o di ingiustizia, nel progetto e nel processo di cambiamento condiviso», dice Lupo. In che modo? «Radicando la formazione e i rapporti con le scuole, efficacemente avviati per sensibilizzare sul concetto di malattia mentale che non è ineluttabile; rilanciando la centralità del servizio pubblico e i servizi territoriali attraverso una maggiore vicinanza alle famiglie, anche con forme di tutoraggio domiciliare e progetti di inclusione sociale che combattano il vero problema dei pazienti psichiatrici: l’isolamento». Non a caso, tra i temi dibattuti al Congresso, di interesse non soltanto tecnico-specialistico, il problema del superamento degli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari: tema scottante, in una fase di controversa transizione), le problematiche della Terra dei Fuochi e le questioni dei senza fissa dimora, le lotte per la legalità, per l’acqua pubblica e il rispetto di (ogni) genere, accanto alle questioni della formazione, della diagnosi psichiatrica, dell’infanzia e adolescenza come stagioni di transizione altamente vulnerabili. Aggiunge Salvatore di Fede, medico e psicoterapeuta, referente sanitario della cooperativa L’Aquilone di Solopaca: «L’idea su cui puntiamo è che gli operatori di salute mentale dovrebbero sentirsi anche operatori sociali, per interpretare meglio e sostenere le difficoltà delle persone nei momenti di crisi. Il rischio è altrimenti quello della delega a una sorta di ”pulizia“ psichiatrica contraria alla concezione di una psichiatria territoriale che non annulli o emargini le diversità, come avveniva ad esempio nei manicomi, ma le prenda invece in carico in strutture alternative, catalizzatrici di socialità». Vanno in questa direzione gli appelli, emersi al Congresso nazionale di Psichiatria Democratica, per il completamento delle unità abitative e dell’orto cittadino nel Centro Diurno per senza fissa dimora nell’ex Albergo dei Poveri in via Tanucci 9, o la battaglia per la dismissione degli Opg (prorogata al 2015): «Su 1.194 pazienti attualmente ospitati nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani - sottolineano Lupo edi Fede - solo il 10% di essi sono ”socialmente pericolosi”. Abbiamo chiesto al Governo di rivedere tutti i progetti presentati alle Regioni perché serve la collaborazione di ciascuno per prevedere percorsi individualizzati e applicare la sentenza della Corte Costituzionale 253 del 2003, che considera la possibilità di pene alternative per queste persone, a vantaggio dell’intera collettività».

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