martedì 28 luglio 2015

La libreria Il Gabbiano

di Filomena Baratto*

Vico Equense - Le librerie sono diventate preziose proprio per il fatto che, come le farmacie, devono tener conto degli abitanti, dei tipi di lettori, dei gusti, insomma troppi parametri per far quadrare il bilancio. E capisco bene chi si trova ad avere un esercizio commerciale di questo tipo, quanto abbia da lottare in tutti i sensi. Il Gabbiano è una libreria di ventitré metri quadrati, sita a via San Ciro 27 e portata avanti da Anna e Armando Cuomo, che da otto anni cercano di mantenere viva la cultura a Vico Equense. Avere una libreria è un notevole lavoro, non solo sul piano dell’informazione costante delle novità, dei gusti, delle uscite imminenti, ma anche sul piano delle difficoltà di gestione, in quanto con essa bisogna pur viverci. Cultura ed economia, da sempre, è un binomio difficile da coniugare. La cultura non vuole interferenze tecniche, ma l’economia investe anche sulla cultura. La prima volta che sono stata da un editore, mi ha chiesto, di primo acchito, riferimenti economici e riscontrabili delle mie vendite, senza alcuna domanda su cosa avessi scritto. Mi ha lasciato senza parole il fatto di dovermi sentire un numero e non identificarmi con quanto scritto. Uno choc da cui mi sono ripresa, ma avvilente essere rapportata a “Quanto vendi?”. Un libraio conosce bene i meandri dell’editoria e oltre a saperne di libri, cultura e quant’altro, conosce bene il rapporto tra cultura ed economia, quello che è bene mettere in esposizione, cosa compra la gente, sa bene che un libro di poco prezzo vende meglio di un altro più costoso, i tipi di letture che si alternano anche in base alle stagioni e quelle che invece proprio non collimano con il luogo. E non sempre il rapporto qualità prezzo è giusto. Un libro economico più essere più accattivante di un altro costoso, così come un libro costoso non lo è per capriccio, ma le spese a cui va incontro l’editore. Un libraio è un mediatore tra l’editore e il pubblico, lavora sul campo, ha riferimenti e dati vivi, sa dell’uno e dell’altro, dev’essere promotore e accorto venditore, insomma un ruolo da vero manager. Una libreria presuppone dei lettori. Bisogna prendere atto che leggere è importante per conoscere, per acculturarsi, per vivere esperienze, per capire l’affettività, in ogni caso è fondamentale. Una comunità che legge poco avrà una scarsa conoscenza.
 
Leggere è anche confrontarsi. Sono molti i momenti in cui un libro diventa nostro amico, per dirci qualcosa di nuovo, per raccontarci quello che non saremmo capaci di dire noi. Leggere è vita. I librai oggi assomigliano un po’ ai medici, ai confessori, agli avvocati ai quali non si può nascondere il vero. Sanno molto della vitalità degli abitanti, dei gusti e possono darci tante altre indicazioni di cui forse noi siamo all’oscuro. Bisognerebbe fidarsi o forse affidarsi ai loro consigli per iniziare un percorso di lettura come si fa con i corsi che siamo soliti fare in altri campi. Leggere è un esercizio utile, affina la nostra pazienza, la riflessione, attiva dialoghi, dà spunti di conversazione, fornisce conoscenze in ogni campo, ma la cosa più bella è quella di allargare le nostre vedute. Gli adulti che leggono danno esempio anche ai piccoli. A volte non c’è bisogno di insegnare a parole, bastano i nostri esempi. ll periodo migliore per leggere e capire la sua importanza è quello dell’adolescenza. Libri come Il richiamo della foresta di J. London, o Il giro del mondo in ottanta giorni, di J.Verne o anche Robinson Crusoe di D.Defoe, Il piccolo principe di A. De S.Expery, per dire solo qualche titolo, sono percorsi di lettura di questo periodo che insegnano e sono queste esperienze di lettura, poi, che restano per la vita.

Filomena Baratto* è nata a Vico Equense. È laureata in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli e insegna nella Scuola Primaria da 29 anni. Sin da piccola ha manifestato una spiccata propensione per l’arte, a cominciare dalla pittura, talento a cui si aggiunge anche la musica con lo studio del pianoforte. A queste sue passioni unisce anche la scrittura. Inizia a pubblicare nel 2010 in seguito a un evento familiare che la scuote profondamente e che le dà la spinta a pubblicare la raccolta di liriche Ritorno nei prati di Avigliano, Alberti Editori. Segue poi, nel 2012, il romanzo Rosella edito da Sangel Edizioni e ancora la raccolta di racconti Sotto le stelle d’agosto, Graus Editore nel 2013.

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