mercoledì 30 settembre 2015

Tra un cielo stellato e una cucina stellata

Nomatemba Tambo e Benedetto Migliaccio
di Filomena Baratto 

Vico Equense - Il 14 settembre scorso, Nomatemba Tambo, ambasciatrice del Sudafrica, con delegazione al seguito, è stata ricevuta dal primo cittadino di Vico Equense, Benedetto Migliaccio, in visita per progetti inerenti lo sviluppo del proprio paese ed eventuali collaborazioni per il futuro. A tal proposito ci si chiede quali siano le affinità o le attrazioni di due paesi così lontani e diversi. L’ambasciatrice giunge dal Sudafrica, il più grande paese dell’Africa subequatoriale che ambisce a diventare paese leader di tutta la zona. In virtù di questo progetto politico, il Sudafrica sta diffondendo una politica economica e sociale di grande respiro, non solo all’interno del suo paese ma anche all’estero. Si moltiplicano le collaborazioni e rapporti interculturali dai quali si possano trarre benefici. Il Sudafrica è formato da diverse etnie che comprendono non solo gli indigeni del posto come gli Ottentotti e i Boscimani, ma anche tutti quei gruppi discendenti dai primi colonizzatori europei come Olandesi, Portoghesi, Spagnoli e finanche Indiani e Cinesi. Un misto di popolazioni che nel tempo si sono fuse creando gruppi più amalgamati. I primi a colonizzare il paese furono gli Olandesi, che ben presto si scontrarono con gli Inglesi. Il paese, ricco di miniere d’oro e diamanti, divenne Unione sudafricana nel 1906. Oggi il Sudafrica è il paese più industrializzato del continente africano ma molto alto è anche il crimine da queste parti con il più alto tasso nella città di Johannesburg con un’alta percentuale di morti tra i giovani dai 19 ai 21 anni. Il paese è tra i più ricchi per le cave di preziosi e per prodotti della terra di ogni sorta. Nella cucina sudafricana spiccano piatti di pesce e di carne, di farinacei e verdure che sono sorprendenti per i tipi di cottura e per la preparazione. Chi volesse dedicarsi ad una cucina genuina fatta di materie prime naturali, deve andare in Sudafrica. Lì l’ambiente è ancora uno dei più vergini della terra, dove lo smog ancora non ha invaso le città, tanto che in una notte stellata, si possono toccare le stelle con un dito, tanto la visuale è chiara e netta. Spicca chiaramente nel cielo la croce stellata del sud. Piatti importanti e saporiti vengono preparati da esperti del luogo, e diventano attrattiva per tutti coloro che svolgono corsi di arte culinaria in Sudafrica.
 
La cucina sudafricana è di moda così come la nostra cucina mediterranea. La dieta mediterranea d’altra parte, è da più parti osannata come la più salutare e adatta per principi nutritivi, calorici e dietetici. E’ apprezzata in gran parte del mondo per l’approvazione da presidi scientifici e che tutti cercano di imitare visto il benessere di lunga vita che ad essa si lega. Vico Sudafrica non è poi così lontano come si può credere se ci lega la ricerca per una nutrizione sana nel rispetto dei prodotti locali genuini. Tutto nasce dal “Food”, sì dal cibo e da quella Università della cucina mediterranea che da circa sei anni opera con esperti del settore per privilegiare un cibo che tenga conto delle materie prime naturali e prive di sostanze nocive. Si è scoperto, già da diverso tempo, che il Sudafrica è ricco di materie prime tra le più genuine e più di altre parti del mondo e che in Sudafrica la cucina è, per le varie etnie presenti, un mix di piatti per tutti i gusti, anche per i palati più esigenti. La cattiva distribuzione del cibo nel mondo e la sua mancanza in alcune parti del pianeta ha sviluppato progetti in tal senso. L’ambasciatrice è venuta nella città stellata, la più ricca di chef e ristoranti premiati, ricca di materie prime sane e varie e con una tradizione culinaria di alto livello. Sembra che la cucina a Vico sia un “must” per tutti: stellati e non, chef di rinomati ristoranti ma anche comuni mortali come le nostre mamme, le nostre sorelle, i nostri padri, tutti sanno trattare con i fornelli. Nomatemba Tambo ha scelto la città di Vico per tutto quello che di buono si fa qui e non da ultimo per la Scuola Alberghiera, che nel tempo ha preparato generazioni di esperti di cucina. Se da un po’ di tempo si vedono sempre più spesso e volentieri programmi di cucina, dove spiccano nomi altisonanti di cuochi famosi, è proprio in virtù di questi progetti a vasto raggio, che inculcano la cultura del mangiar bene ma anche del mangiar sano. Da queste parti la cucina è tradizione familiare prima ancora che stellata o per converso, se è stellata c’è un buon terreno di cultura formato dalle famiglie che nel tempo hanno sfornato piatti su piatti di bontà. I nostri piatti vengono riprodotti anche fuori ma mangiare qui la parmigiana non ha nulla a che vedere con quella preparata altrove, risultate tutte approssimative. E che dire dei dolci, della mozzarella, della pasta ripiena, della carne, delle minestre. L’arte della cucina circola nelle vene e una volta le donne portavano come valore quello di saper cucinare. La cucina ha molto a che vedere con l’amore, cucinare vuole ritmi lenti, passione. Non è solo questione di materie prime sane, ma è tutta una cultura che comincia sin da piccoli. Dalle nostre parti anche gli uomini sanno cucinare, non perché lo preveda un documento prematrimoniale, o come eredità di tradizioni, solo per il gusto di cucinare, per la voglia di mangiare bene. Il cibo è così radicato in noi che, pur cambiando le mode alimentari, non “abiureremo” mai ad una parmigiana, uno gnocco alla sorrentina, a ravioli e quant’altro ci offre il nostro menù. La cucina è un’arte e chi cucina, ama. E tra il cielo stellato del Sudafrica e la cucina stellata di Vico vi è l’arte più “buona” del mondo: quella dell’alimentazione con una cucina unica e inconfondibile.

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