giovedì 24 settembre 2015

Questioncella di storia

Alice Sabatini
di Filomena Baratto

Vico Equense - La miss fa una gaffe e scoppia il caso della storia e prima ancora della cultura e della conoscenza. Da premettere che una ragazza nemmeno ventenne può saperne molto poco per svariati motivi che non stiamo a elencare. E a questo punto scatta la polemica della polemica: se la ragazza non sa, vuol dire che la storia non gliela hanno insegnata, di conseguenza i docenti di storia sono tutti inutili visto che non danno le giuste coordinate ai loro alunni. Se queste sono le premesse, continuando si arriva al paradosso. Al bel tempo dei moduli nella scuola Primaria, i bambini avevano un orario molto ricco fatto di due ore di storia e due di geografia. Nel tempo della morte dei moduli, che funzionavano così bene da farli morire, si è pensato che di ore ne basta una e una di geografia a settimana. Continuando la storia viene sempre dopo l’ italiano, per cui molto meglio imparare a scrivere che a pensare e a ragionare. Alle superiori la storia è quasi sempre abbinata alla filosofia per cui un prof. deve sempre scegliere a cosa dare priorità, dando mano ora a questa e ora a quella nella tirannia del tempo. Per saperne di più e bene, dobbiamo aspettare l’università sempre che il nostro piano di studi preveda esami del genere. Nel piano ci può essere storia moderna e non medievale o quella romana e non quella contemporanea. Se per caso scelgo ingegneria, medicina e altre materie scientifiche, la storia non è proprio contemplata e pur laureandomi avrò sempre lacune in storie a cui si crede di sopperire con la lettura dei quotidiani ma senza una conoscenza approfondita della storia tutto il resto sarà approssimativo. L’unico corso di studi che può contenere un percorso storico è quello di lettere, ma solo uno, quello a indirizzo storico mi permette di conoscere la storia in modo completo dai Romani a oggi. Ma si sa che gli storici si contano sulle dita anche perchè oggi le lettere non fanno mangiare ed è molto meglio laurearsi in altro. A questo bisogna aggiungere che la storia deve piacere, che le date vanno imparate, che la storia va per fatti e per critica, che se la battaglia di Lepanto cade nel 1571, va da sè che l’anno già mi dice qualcosa, che se il Concordato di Worms avviene nel 1122 tra Enrico V e papa Callisto II, con la data posso inquadrare già molte cose.
 
Ma oggi si crede che memorizzare sia obsoleto e faccia parte della vecchia scuola. A scuola arrivano genitori che se hai dato una pagina e mezza di storia da studiare si lamentano che è tanto e si deve procedere a rilento. La storia oltre ad essere spiegata, va capita, interiorizzata, le date sono fondamentali mentre i genitori sono convinti che imparare le date non conti. Se il tempo che i programmi dedicano alla storia è poco, la storia si riduce ad una mera lettura da memorizzare, privandola di tutto quel percorso educativo di cui si pregia. Ora mi pongo un’altra domanda, se la storia nei programmi italiani parte con quella romana, dopo continua con quella medievale e poi rinascimentale e poi moderna e quella risorgimentale, poi contemporanea, ma c’è anche quella del mezzogiorno e della questione meridionale, per arrivare in ultimo alla storia contemporanea, come si può sperare di conoscerla tutta se le ore si sono ridotte e di tanto? Ma senza aver assimilato la storia precedente non si capisce la successiva. Nei Licei si arriva alla fine dei 5 anni che appena si conoscono le cause della seconda guerra mondiale, quando tutto va bene, e non per i docenti, altrimenti anche solo alla prima e non, anche questo per svariati motivi. E per continuare i programmi contemplano poco la storia, perché non conoscerla fa manipolare meglio un popolo, chi sa può controllare. Questa rapida disamina mi dice che la storia la si conosce poco perché l’attenzione che le si dà è bassissima. Nelle nostre università si dà più credito a un corso monografico, ovvero il libro del professore che il programma istituzionale. Che lo stesso vale per la geografia, si studia poco e male e che pochi sanno che geografia e storia vanno di pari passo. La conoscenza è affidata alla volontà, i programmi non garantiscono. E allora se vogliamo fare una polemica facciamola alla base e non prendiamocela con la miss che sta ancora nell’età di poter recuperare. Qui ci sono persone adulte che perseverano nelle convinzioni e smettiamola con i luoghi comuni. La miss può essere ignorante o colta, ci sono anche miss che studiano e capiscono che la bellezza non basta nella vita e che un briciolo di cervello bisogna pur averlo. Qui scatta un’altra polemica. Ci sono mamme che hanno come unico obiettivo che le figlie diventino miss anche se ignoranti. Un po’ come i giocatori d’altra parte. Come mamma preferirei una figlia colta e intelligente che non significa debba però essere una cozza. Essere belle sagge e colte non è cosa impossibile, basta dare a tutto il suo valore. Un paese che non conosce la storia è un paese che non ama il passato e questo non porta un buon futuro. Un paese che vuol costruire comincia dalla scuola e distribuisce con criterio anche le ore da dedicare a ciascuna materia. Tutto quello che manca è l’esempio e la volontà. E poi se la miss non sa la storia, architettare una polemica non ha senso, bisognerebbe farle capire l’importanza della storia in altri modi, magari con programmi culturali per la televisione come una volta invece di abbuffarci dell’isola dei famosi, delle ballerine e dei provini, tutti esempi poco edificanti per inculcare quello che davvero è importante. Se i modelli che diamo ai giovani sono così stupidi non vedo poi come debbano capire l’importanza della storia. Alla miss dico che adesso che tutti sappiamo quanto è bella, vogliamo vedere anche quanto è brava e che ha tutto il tempo per costruire il suo sapere.

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