domenica 16 luglio 2017

De Luca: ora è rischio frane

Vincenzo De Luca
Dopo i roghi convocato un vertice per monitorare i pericoli di smottamento. Incendi sotto controllo. I vigili del fuoco al prefetto: mancano pure gli idranti 

Fonte: Gimmo Cuomo da Il Corriere del Mezzogiorno 

Mentre si combatte ancora contro gli incendi soprattutto sul Vesuvio, il governatore Vincenzo De Luca cerca di guardare oltre le fiamme e annuncia il monitoraggio del rischio frane nelle aree rimaste prive di vegetazione. «In settimana è già in programma una riunione con il direttore generale dei Lavori pubblici che dirige il Genio civile territorialmente diviso per province. Valuteremo la possibilità, da subito e comunque non appena sarà possibile, di effettuare sopralluoghi nelle aree investite dagli incendi, inviando funzionari addetti alle valutazioni dei possibili rischi di smottamenti o frane. I nostri funzionari potranno valutare se esistono innanzitutto situazioni di rischio a ridosso di centri abitati e di strade, in modo da intervenire anche in somma urgenza al fine di contenere il pericolo per la pubblica incolumità». Sui fronti del fuoco si sono registrati leggeri miglioramenti, con la progressiva diminuzione dell'offensiva da parte dei piromani che, tra giovedì e venerdì, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, hanno sferrato un deciso attacco prima dell'entrata in vigore dell'accordo tra la Regione e i Vigili del fuoco per il potenziamento degli organici fino alla fine dell'estate. Alcuni focolai sul Vesuvio sono ancora accesi. Molto lavoro in particolare a Terzigno. Piccoli incendi ancora resistevano a Somma Vesuviana e a Ottaviano.
 
A Torre del Greco è stata fermata la ripresa del rogo. Non è possibile abbassare la guardia, anche perché per stamattina è previsto il rafforzamento di venti settentrionali (maestrale) che potranno alimentare eventuali roghi sopratutto nelle province di Benevento, Caserta, Avellino e Salerno, mentre risulteranno meno insidiosi in provincia di Napoli. Nel frattempo, la Protezione civile regionale ha avviato una prima ricognizione dei danni subiti dal territorio. Ai Comuni è stato chiesto di segnalare eventuali opere e strutture interessate dagli incendi. All'esito di questa ricognizione è legata la possibilità di avanzare al Governo la richiesta dello stato di calamità naturale. Intanto il numero uno della Protezione civile campana Nello Di Nardo replica al capo della polizia Franco Gabrielli che ha denunciato l'inadeguatezza dei mezzi antincendio regionali. «Eppure - ricorda l'ex sottosegretario all'Interno - sono stati spesi 35 milioni per attrezzature e mezzi. Oltre i due terzi di questi sono stati messi a disposizione dei vigili del fuoco, quelli rimanenti sono stati affidati ad associazioni di volontariato e ai Comuni tramite bandi. Quanto agli elicotteri, ne abbiamo 8, dei quali solo uno non è temporaneamente operativo». E sempre per quanto riguarda gli impianti antincendio, porta la data di giovedì scorso la lettera indirizzata dal sindacato dei vigili del fuoco CoNaPo al prefetto di Napoli Carmela Pagano per denunciare l'insufficienza delle bocche da incendio stradale per l'approvvigionamento di acqua da parte dei soccorritori. E questo nonostante l'esplicita previsione di una legge del 1941 che impone di provvedere ai Comuni. Le indagini: domani i pm che indagano sui roghi riceveranno una seconda informativa da carabinieri forestali e vigili del fuoco; martedì riunioni operative a Napoli e Torre Annunziata, giovedì primi sopralluoghi su Vesuvio e Monte Somma. La vicenda è all'attenzione di tre Procure: Napoli, con il facente funzioni Nunzio Fragliasso, Torre Annunziata, con Alessandro Pennasilico, e Noia, con la facente funzioni Stefania Castaldi.

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