lunedì 23 ottobre 2017

Abbattimenti, Donadio: sanare abusi di necessità, no a demolizioni totali

L'ex consigliera comunale: «Costi sociali e ambientali troppo alti»

Sant'Antonio Abate - «Il tema degli abbattimenti nella provincia di Napoli, e soprattutto a Sant'Antonio Abate dove tuttora manca un piano regolatore, è un problema che esiste e va affrontato. È inutile e dannoso adottare la politica dello struzzo perché, a mettere la testa sotto la sabbia, le criticità non si risolvono da sole: anzi, si aggravano». A dirlo è l'ex consigliera comunale di Sant'Antonio Abate e leader del gruppo «Oltre», Donatella Donadio. «Anche in occasione della mia esperienza consiliare – aggiunge – ho sempre sostenuto, e lo ribadisco con maggiore forza oggi, la necessità di tutelare quelli che non definirei nemmeno abusi di necessità ma costruzioni di necessità. Tetti che proteggono famiglie che non avevano e non hanno la possibilità di accedere a una locazione di mercato e che non possono certamente – prosegue – essere abbandonate in strada». «La politica dovrebbe interrogarsi sui costi sociali di una campagna di abbattimenti di grandi proporzioni – aggiunge – e anche sui costi finanziari per sostenerla. I Comuni sono in gravi difficoltà, e non possono certo sperare di recuperare quanto speso dai fondi di rotazione né di poter demolire in danno. Inoltre, una domanda: il materiale di risulta dove andrebbe smaltito? Quindi, c'è anche quest'aspetto ambientale da considerare». «Da consigliera comunale lanciai la proposta di valutare, caso per caso, ogni singola pratica di abbattimento e di salvare quelle unità immobiliari che non fossero state erette in aree a rischio idrogeologico o a inedificabilità assoluta. Una commissione ad acta, composta da esperti indipendenti e tecnici conoscitori del nostro territorio, si sarebbe occupata dello screening. Un'idea – conclude la Donadio – che potrebbe essere ancora recuperata per offrire a queste famiglie una via d'uscita da una situazione di grande difficoltà e di frustrazione, anche psicologica».

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