mercoledì 26 luglio 2023

Il 70 per cento delle spiagge campane è dato in concessione ai privati

Dossier di Legambiente, è il dato più alto 

di Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno 

Il 68,1% della costa bassa campana è assegnata in concessione. Mentre sempre più si discute della necessità di garantire ai cittadini l'accesso al mare senza l'obbligo di pagare e mentre si moltiplicano iniziative e manifestazioni del comitato Mare Libero - gli attivisti avrebbero dovuto essere ricevuti ieri dagli assessori del comune di Napoli Lieto e Cosenza, ma l'incontro è stato posticipato da Palazzo San Giacomo a data da destinarsi - il nuovo rapporto sulle spiagge di Legambiente fotografa una realtà inequivocabile. Nella nostra regione l'accesso libero al mare è l'eccezione in un sistema nel quale sono i privati che gestiscono gran parte degli spazi e lucrano su di essi. Pagando, tra l'altro, concessioni in media irrisorie rispetto agli introiti: poche migliaia di euro all'anno. In Campania - specifica lo studio dell'associazione ambientalista - le concessioni del demanio marittimo sono 4772. Circa un quarto di esse - 1125 - a vantaggio dei gestori degli stabilimenti balneari. Ad esse si aggiungono quelle per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, che sono 166 e rappresentano una forma di privatizzazione ancora più spinta rispetto a quella dei lidi.

  Ci sono poi, porti, ormeggi e quant'altro. Il dato campano della costa in concessione ai privati, nelle varie forme, è di gran lunga più alto rispetto alla media nazionale, che è del 42,8% delle coste basse assegnate in concessione. Numeri simili a quelli della nostra regione - informa il dossier di Legambiente - sono quelli della Liguria e dell'Emilia Romagna, che sfiorano anch'esse la percentuale del 70%. Rispetto a tali dati il Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali (Puad) che è stato adottato a dicembre dell'anno scorso dalla giunta regionale della Campania non introduce novità e peggiora perfino il quadro, secondo le osservazioni che ad esso sono state mosse da associazioni e comitati e da giuristi impegnati sul tema dei beni comuni. Il PUAD, infatti, fisserebbe al 70% la percentuale di costa campana assegnata in concessione. Non si parla solo di spiagge privatizzate nel dossier 2023 di Legambiente. L'associazione ha mappato, infatti, anche gli eventi meteo estremi - allagamenti da piogge torrenziali, ondate di calore, mareggiate che hanno causato danni gravi, esondazioni fluviali ed altro - nei Comuni costieri. In Campania sono 73 quelli che si sono verificati dal 2010 a giugno 2023 in 23 aree costiere. Le persone morte sono state 17. Il dato campano sui fenomeni estremi nei Comuni costieri è pari al 10,2% del totale nazionale nel periodo considerato. Preoccupanti anche i numeri relativi alla erosione costiera. La Campania, con 46 chilometri, si posiziona al sesto posto tra le regioni italiane. Tra il 2006 ed il 2019 - qui lo studio riprende i dati Ispra - sono stati modificati 91 chilometri su 218 di costa naturale bassa. I rimedi sono stati, secondo l'associazione ambientalista, non di rado peggiori dei mali. "Pennelli e barriere frangiflutti - argomenta Legambiente - hanno reso la linea di costa ancora più artificiale. Modificano inevitabilmente le correnti marine e spostano semplicemente il problema su altri tratti costieri". Erosione ed eventi estremi, in particolare alluvioni e frane, sono legati al consumo di suolo ed anche sotto questo aspetto la nostra regione sta messa piuttosto male. «Nei Comuni costieri campani la cementificazione dei terreni agricoli o naturali era pari a quasi 35.000 ettari nel 2021 - informa il dossier - con un incremento del 5% rispetto al 2006». Infine l'allarme per il rischio che l'innalzamento del livello dei mari determinato dai cambiamenti climatici globali possa mandare sott'acqua nel 2100 le piane del Volturno e del Sele ed i porti di Napoli e Salerno.

1 commento:

Franco Cuomo ha detto...

della serie: le grandi inchiesta di Lega Ambiente...prima o poi qualcosa di sinistra riescono a partorirla.