sabato 26 gennaio 2019

Il ladro

Vico Equense - Il ladro agisce quando meno te lo aspetti! Vogliamo illuderci che sia uno di passaggio, che venga da “fuori”. Lo vogliamo sconosciuto, non accettiamo che sia uno dei nostri, che magari incontriamo tutti i giorni: dal tabaccaio, dal salumiere, per la città. Cosa ci dice la storia? I più grandi nemici erano prima ancora amici e sono stati capaci di tutto in nome dell’amicizia: Salieri e Mozart, Cesare e Marco Antonio... L’attività del ladro è di togliere agli altri. Ci sono ladri e ladri: quelli che rubano cose e quelli che rubano altro. Questi ultimi sono subdoli, gli altri sono la nostra croce. Dante ne parla nel XXIV Canto dell’Inferno, in una bolgia dal frenetico movimento causato da una “terribile stipa” di serpenti, con le mani dietro la schiena legate anch’esse con rettili di “diversa mena”. Dante oppone alla sveltezza, che quelle mani avevano un tempo, l’impossibilità ora di agire. Strisciano come hanno vissuto a spese degli altri in vita. Poi si annientano e risorgono dalla cenere, proprio come l’Araba Fenice. Oggi sembrerebbe un’occupazione fuori moda ma il ladro non ha mai smesso di lavorare e arriva con le mani dove mette gli occhi. Quello d’appartamento toglie la serenità e si aggira come uno spettro a periodi. A volte trova la casa in condizioni favorevoli: magari manca un’inferriata, o il buio favorisce l’impresa, o forse l’occasione fa l’uomo ladro. Se poi ci si comporta come se nulla fosse accaduto, chi andrà a pensare al vicino, al parente lontano, all’amico dell’amico, al conoscente?


E poi c’è la filosofia del ladro da non sottovalutare: chi detiene una cosa che non usa, è ritenuto ladro alla stessa stregua di chi entra in casa e porta via i tuoi beni. Anche Robin Hood rubava, ma per dare ai poveri, per distribuire equamente la ricchezza. Nel Vangelo si legge che “Né si accenderà una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono nella casa”.(Matteo, 5,15) In Matteo la luce ha il valore della testimonianza di fede, ma se volessimo prendere i versetti alla lettera, potremmo dire che la casa va illuminata e non nascosta. Se la chiudiamo al buio per timore che le luci consumino energia elettrica, se non la custodiamo con il ferro, i moderni sistemi di allarme, se non la rendiamo sicura prima noi, come prendersela con chi viene da fuori e in un baleno la apre, la saccheggia e scappa? Il ladro d’ appartamento può agire per qualche nostra falla: abitiamo a piano terra e non ci sono gli infissi di ferro o forse abbiamo una serratura fatiscente, un balcone sgangherato, un passaggio incustodito e ci si illude:“Deve capitare proprio a me?” E poi diciamo sempre di non avere niente, dando a quel niente un valore non reale. E se quello che abbiamo è niente perché lamentarci se poi ce lo sottraggono? In casa troverà sicuramente l’oro, quei ninnoli cari di comunioni, battesimi e cresime, che a volte quasi dimentichiamo di avere e ce ne ricordiamo quando vengono a sottrarceli. E poi, che diamine, troverà qualche soldo: una pensione, un anticipo, una pigione, uno stipendio appena preso, un gruzzolo che sta lì e non si tocca. Da qualche parte del soggiorno uscirà qualche pezzo d’argento, una posata d’epoca, un quadro di qualche pittore conosciuto a nostra insaputa. Mi sono sempre chiesta come mai siano nati tanti negozi di “Compro oro”, per un cambio basta l’orefice. Una volta derubati, state tranquilli che nessuno ci riporterà la refurtiva con tanto di scuse come se si fossero sbagliati. E se vedessimo agire i ladri a casa nostra in un video, sarebbe impressionante prendere atto di come facciano scempio della nostra intimità. E quando il ladro porta via i nostri beni, che siano ricordi o risparmi, è come una violenza alla nostra vita. E poi vorrei sapere come fa un ladro, che giunge da fuori, a operare in una zona sconosciuta! La figura del palo è inquietante quanto quella del ladro. Più esattamente parlerei di delatori, quelli che passano notizie, portano spie, inducono ad agire dietro lauto compenso. Non bisogna risparmiare sul ferro da mettere alle finestre e alle porte: è l’unica valida contromisura. Il vecchio detto “Chi ti conosce, ti apre!” è sempre valido come l’altro che dice che “Dopo aver rubato, si mettono le porte di ferro!” Il ferro va messo prima e in abbondanza. Meglio più rimedi, uno dopo l’altro, come delle matrioske, a sorpresa per bloccarlo. Il ladro, a meno che non sia un cleptomane, si industria, trova sempre un ingegno per raggiungere lo scopo e quando ha un disegno, prima o poi lo mette in atto. Al ladro non bisogna dare la possibilità di arrivare in casa nostra, è questa la migliore prevenzione e l’unico modo di contrastarlo.

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