domenica 10 giugno 2012

Lotta ai bracconieri, trovati reti e lacci nell’area protetta

Massa Lubrense - Scoperti micidiali lacci di acciaio per la cattura delle lepri, reti per uccellagione, trappole alimentari e quant’altro può servire per la cattura della fauna selvatica con le giubbe verdi della forestale ed i volontari del Wwf impegnati ad identificare i responsabili di un vasto fenomeno di bracconaggio che sta interessando molte aree della costiera. Non viene nemmeno risparmiata la riserva marina protetta di Punta Campanella sulla cui terraferma i cacciatori di frodo svolgono pressoché indisturbati la propria opera di devastazione. Le ultime trappole per animali, tra cui i micidiali lacci per la cattura delle lepri, sono state rinvenute lungo il pendio del Monte San Costanzo che si affaccia sulla meravigliosa baia di Jeranto, in zona C del parco marino, dove un cucciolo di cane era disgraziatamente finito preda della trappola rischiando di perdere una zampa, l’intervento provvidenziale del proprietario che lo ha sentito ululare di dolore ha evitato il peggio. Le perlustrazioni della forestale e dei volontari delle associazioni ambientaliste proseguono da settimane battendo le colline della costiera alla ricerca di micidiali trappole e di esche alimentari sotto forma di mais ed altro in grado di attrarre stormi di uccelli in migrazione. Completano la macabra collezione i classici archetti, reti, tagliole, trappole a scatto, vischio, tutte attrezzature costruite in maniera semplice, spesso rudimentale, utilizzate per catturare qualsiasi essere che cammini o voli, senza distinzione di specie, che possa costituire cibo pregiato da vendere in alcuni ristoranti o semplicemente costituire un trofeo. Dopo la scoperta le trappole sono state poste sotto sequestro con indagini avviate e pattugliamenti che si spera possano presto identificare bracconieri senza scrupoli per ora ignoti. Gli investigatori del settore stanno anche cercando di capire come sia possibile che le numerose trappole rinvenute siano state posizionate in un territorio posto sotto vigilanza, ipotizzando la collaborazione esterna e determinante di soggetti abilitati al controllo di un’area sottoposta a tutela. (Fonte: Vincenzo Maresca da il Giornale di Napoli)

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