mercoledì 28 novembre 2012

Ufficio postale a rischio: invasione e proteste

Prorogata la chiusura dello sportello, cittadini in rivolta con la direzione: oggi vertice decisivo 

Vico Equense - «Si avvisa la gentile clientela che questo ufficio postale è chiuso al pubblico dal giorno 28 novembre. L’operatività viene temporaneamente trasferita all’ufficio di Vico Equense in via San Ciro 57». È questo l’avviso che è comparso ieri all’ufficio postale di Arola. Tutta colpa di un fax inviato dalle Poste Italiane all’ufficio attraverso il quale il direttore invitava a predisporre la chiusura degli sportelli e a chiudere la contabilità di cassa. Immediata è stata la reazione degli abitanti della frazione, che dalle 7.30 hanno «invaso» l’ufficio postale alla ricerca di un contatto con il direttore ed evitando la chiusura. Attraverso delle telefonate e grazie all’intervento dell’assessore Giuseppe Russo, si è riusciti ad ottenere una proroga di 10 giorni, durante i quali però si dovrà arrivare ad una soluzione; inoltre è stato momentaneamente sospeso l’arrivo dell’ufficiale giudiziario previsto per domani. Nel frattempo, però, servizi importantissimi come spedizione pacchi ed invio raccomandate sono già inattivi. Oggi si terrà a Portici un incontro tra il sindaco Gennaro Cinque, l’assessore Giuseppe Russo, il rappresentante legale del proprietario dell’immobile Giovanni Cuccaro, il responsabile procedimento contratti Poste Italiane l’incontro che dovrà necessariamente produrre una soluzione ragionevole. Nel frattempo continua la raccolta firme proposta dagli abitanti i quali hanno distribuito alle attività commerciali della frazione degli appositi moduli da compilare; sono state raccolte più di 900 firme. La situazione sta degenerando, i cittadini sono stanchi; decine e decine di anziani, si sono recati in via Masturzo per cercare di dire la propria, con la speranza di non dover essere costretti a percorrere chilometri per ritirare l’ormai esiguo assegno pensionistico. La comunità è scesa in piazza, decisa a non mollare, per cercare di non rendere ancor più disastrosa una situazione che sembra ormai essersi avviata verso un triste epilogo. (Fonte: Giuseppe Buonocore da Metropolis) 

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