lunedì 26 gennaio 2015

Flora Beneduce: “Ricordare è un dovere etico. Nella memoria cresce la memoria individuale e collettiva”

Vico Equense - “L’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”. Così diceva Primo Levi, in una riflessione che faceva da cornice al monito in versi che noi tutti conosciamo, “Se questo è un uomo”. Il dolore, il dramma, l’eccidio dell’olocausto non è lontano. È storia, e la storia non sempre è avvertita come definitiva. Perciò ricordare è fondamentale, perché nella memoria cresce la coscienza individuale e collettiva. E la coscienza può tollerare il peso dello sterminio solo se impara a riconoscere le identità diverse dalla propria e a rispettarle, a lavorare sulla strada comune dell’apertura e del dialogo, della pacificazione e dell’incontro. Come tanti, sento ancora la ferita di quello che è stato. Ho visitato un campo di sterminio. Ho studiato, letto, visto tanto e ancora mi domando come sia potuto accadere. Questa domanda ha una sola risposta: la necessità della memoria, per evitare che succeda ancora.

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