domenica 6 gennaio 2008
La storia della famiglia Giusso
Vico Equense - La bibliografia su Vico Equense e in particolare sul castello Giusso si è arricchita in questi giorni di un’interessante pubblicazione curata da Francesco Giusso ed edita da Franco Di Mauro. Il volume, definito «quaderno» da autore ed editore, porta il titolo Il Castello di Vico Equense e la firma di Candido Giusso, nonno di Francesco, che scrisse nel 1850 in francese la descrizione della dimora di famiglia, acquistata nel 1837 da suo padre, il duca Luigi. Il testo originale Le Chateau de Vico è, quindi, frutto di un compito svolto nel 1850 dal piccolo Candido all’età di dieci anni e redatto in francese, lingua della nobiltà dell’epoca e della diplomazia ottocentesca, che descrive con gli occhi di un bambino il fascino di uno dei monumenti più caratteristici della penisola sorrentina. Francesco Giusso ha il merito di aver reso pubblico con la stampa del volume questi ricordi di famiglia arricchiti da alcune immagini, come un raduno del 1885 della famiglia Giusso nel rinnovato castello, che testimoniano le grandi trasformazioni del complesso monumentale a partire dal 1880 ad opera di Girolamo Giusso, erede dal padre Luigi della dimora, che sottopose a notevoli ristrutturazioni riguardanti soprattutto il palazzo baronale che assunse l’attuale forma di castello merlato. A rendere ancora più interessante la pubblicazione sono la copertina, che riproduce il castello in un disegno ottocentesco di Mollame impresso da Richter, e una pianta tipografica del piano terra del palazzo baranale e dei circostanti giardini, redatta da Charbonnier nel 1843 e vergata da appunti del duca Luigi Giusso. Da essa si deducono i cambiamenti poi operati nelle sale e nella cappella del monumento e la presenza nei vasti giardini di coltivazioni di viti e di aranci. L’agile volume presenta anche interessanti note esplicative di Francesco Giusso che sottolineano la presenza nel castello di visitatori illustri come il Granduca Leopoldo II di Toscana ed il soggiorno di diversi cardinali della corte pontificia durante l’esilio di papa Pio IX. Il castello, complesso formato da due distinti edifici costruiti sul finire del XIII secolo ed a metà del XVI secolo, fu proprietà dei Giusso fino al 1935. Ora il principale monumento civile della città equana è noto ancora con la denominazione dell’antica famiglia di banchieri napoletani di origine genovese. Dal 1972, dopo 35 anni di residenza dei Padri Gesuiti, la storica dimora è un condominio privato che durante l’anno ospita nei suoi saloni eventi culturali e seminari scientifici. (Umberto Celentano il Mattino)
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