Regione Campania - Con Berlusconi, ma per rilanciare il Pdl, riorganizzando il partito. La firma del documento a tre con il ministro Rotondi e con Carlo Giovanardi ha provocato qualche problema al presidente della Regione Stefano Caldoro. Ieri a Palazzo Santa Lucia è arrivata anche qualche telefonata per chiedergli se non stesse passando con Fini. Frutto di quella sortita. Rotondi aveva già smentito qualsiasi contrasto e chiarito che l´oggetto del reclamo era il Pdl, con tanto di invito a Berlusconi a chiarire se il partito, evidentemente non in buone acque, fosse ancora nei suoi e se, in questo quadro, anche i «cofondatori» dovessero sentirsi parte del gioco. E Caldoro ha ribadito che lui è più che mai al fianco del premier, e che semmai sussiste qualche preoccupazione per il dipanarsi dell´azione del governo, segnatamente sul Mezzogiorno. Uno dei motivi che hanno prodotto il documento è infatti che nelle ultime riunioni dei vertici organizzativi del Pdl non ci fossero suoi esponenti del Sud. Ragion per cui Caldoro, al telefono con Berlusconi, gli ha caldeggiato la causa del piano per il Sud sventolato dallo stesso Cavaliere. Tutto questo chiede anche un partito diverso. «Per il suo rilancio – dice Caldoro – bisogna abbandonare la logica del partito pesante che ha caratterizzato i partiti della prima Repubblica. È necessario seguire il modello americano che prevede la partecipazione di più popolo e meno gerarchie». L´obiettivo è «dare voce e rappresentanza ai territori ed alle diverse tendenze culturali e fare sintesi attorno alla leadership del premier. Nella nuova organizzazione deve avere un peso specifico il Sud. È centrale e strategica la questione del Mezzogiorno». Sicché occorre «la presenza di più classe dirigente del Sud nei ruoli di responsabilità del Pdl». Il governatore non lo dice, ma è chiaro che su questo terreno si ripropone il dualismo con l´attuale dirigenza locale del Pdl su determinate scelte politiche. Quella per il sindaco di Napoli, ad esempio. Il giorno dopo la sortita di Nicola Cosentino, che delineava un diritto di prima indicazione al Pdl, Caldoro ha ribadito ai suoi collaboratori che lui invece pensa a una maggioranza in cui le forze abbiano «pari dignità», con un candidato Udc. (di Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
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