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Il Vescovo del luogo, Monsignore Vincenzo Mensah, mise a disposizione delle Suore una casa, affidando loro provvisoriamente il compito di educare ed assistere spiritualmente e materialmente le mamme ed i bambini della zona, abbandonati, malnutriti, malati. Dopo poco tempo la popolazione locale cominciò a conoscere le doti umane e altruistiche delle Suore, specialmente di Suor Raffaelina, affettuosamente chiamata “MAMMA”. Si occupò anche delle vocazioni vacillanti, aiutò i seminaristi, fondò un gruppo di preghiera dedicato a San Gerardo Maiella per l’arricchimento spirituale delle anime. Al termine del suo viaggio, stanca ed ammalata, all’invito rivoltoLe da Suor Teresa Colucci, che la incontrò nella sua stanza (un tugurio di pochi metri quadrati, con una brandina in ferro arrugginito, una sedia ed uno scaffale costruito con 6 blocchi di cemento e 3 tavole), di fare un breve rientro in Italia per curarsi, rispose di voler morire e restare in Africa, aggiungendo: “è qui il mio posto, tra questa gente che ho amato e per la quale ho sofferto e rinunciato a tutto”. In occasione dell’arrivo della salma di Suor Raffaelina, il Rettore del Gran Seminario Sant Gall e Parroco della Parrocchia SS. Pietro e Paolo, Abbè Charles Whannou, pronunciò la seguente omelia: “ringrazio le Suore Gerardine per averci lasciato il corpo di Suor Raffaelina; è un segno di affetto verso di Lei perché amava il Benin, amava la Missione ed era Suo desiderio restare per sempre tra di noi. Grazie madre Raffaelina, grazie per essere stata la mamma di tutti noi, siamo certi, come sempre, che continuerai ad intercedere per ciascuno di noi presso l’Eterno Padre. Non facciamo noi i “Santi” e le “Sante”, ma vorrei ripetere semplicemente dal profondo del cuore le parole che Benedetto XVI ha pronunciato per Giovanni Paolo II: Santa subito. Suor Raffaelina è stata vera Gerardina: il suo amore immenso per Gesù Eucarestia La portava come Gerardo Maiella a cogliere ogni occasione per far compagnia al Suo Gesù; era presente a tutte le Messe che venivano celebrate e il Suo volto s’irradiava dopo essersi cibata del Suo Gesù. Come Gerardo: umile, povera, generosa, disponibile verso tutti e sempre. Sua caratteristica era la bontà e la fiducia illimitata nella Divina Provvidenza. Nessuno andava via da Lei senza aver ricevuto un sorriso, una parola di incoraggiamento”.
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