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| Francesco Alfano |
L’accaduto spinse l’allora arcivescovo a correre ai ripari. Niente più elezione diretta dei parroci, sebbene questa sia ancora espressamente prevista dal Diritto Canonico, ma nomina di un amministratore parrocchiale. Uno schema destinato a riproporsi a Meta nelle prossime ore. Ma i fedeli, che nei mesi scorsi hanno dato vita a un comitato per la difesa del “diritto di patronato”, non ci stanno. “L’arcivescovo ci aveva promesso di valutare la possibilità delle elezioni insieme al Consiglio presbiterale e di comunicarci la sua decisione, ma così non è stato – attacca Raffaele Di Palma, promotore del comitato – Imporre le dimissioni a un parroco e nominare un amministratore parrocchiale sono atti autoritari tipici di un dittatore, non di un uomo di Chiesa”. Protesta che rischia di approdare in Vaticano. Dopo aver raccolto 400 firme per rivendicare il diritto di elezione diretta del parroco, ora i fedeli sono pronti a rivolgersi a papa Francesco e al segretario di Stato Pietro Parolin. “La storia millenaria di un paese non può essere cancellata con un colpo di spugna – precisa Di Palma –. I nostri antenati hanno ottenuto il privilegio di scegliere democraticamente la propria guida spirituale più di 800 anni fa. Se la Chiesa intende abrogare il “diritto di patronato”, ce lo dica apertamente: pretendiamo la massima trasparenza”. Con la messa “in quiescenza” di don Gennaro Starita, in penisola sorrentina resta un solo parroco eletto direttamente dai fedeli: don Natale Pane, guida spirituale della comunità di Sant’Agnello dal 1998. Tutte le altre chiese, invece, sono rette da amministratori nominati dalla Curia. Con buona pace dei fedeli, del Diritto Canonico e delle tradizioni millenarie. (Fonte: Sorrento Press)

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