di Filomena Baratto
Vico Equense - Seiano è uno dei tredici casali di Vico Equense, posto subito dopo il Ponte, quando si sale verso Punta Scutolo e si giunge in piazza. È posto a 85 metri di altezza sul livello del mare, in posizione ottimale con una vista strepitosa avendo il Vesuvio in lontananza e il mare ai suoi piedi. Seiano è anche il nome del potente ministro dell’imperatore Tiberio, il prefetto del pretorio che veniva in Campania, soprattutto a Capri, per informare l’Imperatore dei fatti di Roma. Se non Seiano il prefetto, la gens Seia ha a che fare col nome di questo luogo. In una posizione strategica, strenua difesa sin dal medioevo e prima ancora nel periodo longobardo. All’inizio dell’anno mille, Salerno, sotto l’egemonia di Guaimario IV, iniziava la sua ascesa diventando città principale della zona costiera imponendosi sui Ducati di Amalfi, Sorrento e Gaeta. Azione che potè condurre grazie a cavalieri normanni ritornati da queste parti dopo che vi erano già stati una prima volta quando erano diretti in Terra Santa. E’ questo il periodo in cui il mare divenne elemento essenziale per le attività del luogo. Questa zona costiera è sempre stata oggetto di incursioni da parte di popoli invasori che la vedevano una terra fertile e ricca da sottomettere facilmente per avere sempre una politica debole. Il porto un tempo era una vera ricchezza con 21 bastimenti e permetteva attività commerciali di grande rilievo. Ancora oggi Marina di Seiano è un punto chiave per la città di Vico, dove si concentrano interessi e turismo con il tratto di spiagge più ampio di tutta la costiera. Seiano vive di terra e di mare, fulcro del luogo, la piccola piazza sulla strada e la Chiesa di San Marco Evangelista posta alle spalle della Statale. Può sembrare un luogo di passaggio per chi va verso Sorrento, ma è un ampio tratto che dalla strada volge verso il mare e verso l’interno, su per la collina.
Da queste parti c’è un posto magico a cui tutti gli abitanti sono legati ed è la Torre di Punta la Guardia, il cui simbolo è costituito da una Torretta, così chiamata dagli abitanti per essere zona di avvistamento di cui fa menzione Carlo I D’Angiò nel 1277 per sconfiggere gli atti pirateschi. Un luogo più giusto definire un paradiso, che nasce su di un costone alto e ricco di vegetazione. Un pezzo di torre immerso nel verde degli ulivi e degli aranci, dove si respirano fragranze e si gode di una vista spettacolare. È questa l’anima di Seiano, il cuore del paese. La zona è tranquilla, silenziosa, risente dello scorrere lento della vita, ricca di arte e cultura, tradizione ed esperienza. La mostra dell’anno scorso ha documentato un ricco patrimonio culturale fatto di documenti e testi avuti in donazioni e che sottolineano le attività e gli scambi con altre terre intercorsi nel tempo. Ad attestare l’importanza del luogo, oltre alla ricchezza accumulata, c’è la stessa Chiesa, simbolo di un’economia florida nel passato e di religiosità del casale. Inizialmente qui c’era una Curiazia con Don Francesco De Turris, famiglia gentilizia così come prova lo stesso stemma di Vico Equense costituito da tre torri, appunto stemma della famiglia De Turris. La Curiazia terminò nel 1633, quando ebbe inizio la Parrocchia. I documenti esposti alla mostra raccontano di un luogo ricco e prolifico di arte e cultura. Tra questi un testo di Gian Maria Della Torre dal titolo Scienza della natura. Attraverso disegni si descrive poi la pesca del corallo, dove si apprende la tecnica della pesca del corallo adottata che è quella di calare il pescatore in una campana di bronzo sotto la quale si immerge un sommozzatore con una zavorra restando in posizione verticale, in una bolla d’aria, riuscendo a lavorare a grande profondità senza strumentazione. Il primo nucleo del borgo nasce nel 1300 quando fu costruita la Cappella di Santa Maria delle Grazie che portava una Madonna col Bambino raffigurata sul muro, diventata poi il portale di Santa Maria Vecchia, costruita nel 1608 e intitolata a San Marco Evangelista. La Chiesa fu riedificata e aperta al pubblico alla fine del XVIII secolo. Sorge nella piazza, subito a ridosso della strada statale 145, un esempio di pianta centrale, in stile neoclassico, edificata nel 1796 dall’architetto Bartolomeo Bottiglieri e con imponente cupola di 36 metri. Successivamente fu ampliata e aggiustata fino a raggiungere quella di oggi. Seiano è un punto di incontro, di vita, col suo porto, il lungomare la chiesetta di Sant’Antonio, con i ristoranti e gli hotels, con la posizione ideale sul mare, su di uno snodo stradale principale. È il luogo delle pizzerie, della piazzetta, delle feste, delle donne e degli uomini custodi di un sapere, di arti e mestieri, di tradizioni che si tramandano di padre in figlio, di vita di un paese che è anche di una città, di tramonti unici da scovare tra gli alberi dalle varie posizioni man mano che si sale verso la collina, delle case con ampie terrazze sul mare, dei silenzi dei vicoli dove si odono solo i ragazzi giocare, della gente al bar e della stazione così vitale per la penisola. Seiano è un mondo completo all’interno di Vico e con le sue luci serali, i suoi giovani che accendono la vita a notte fonda, è un centro di propulsione, forze che cooperano e si danno un gran da fare. Seiano non è solo una fermata, una strada, una spiaggia, è un posto unico che si appoggia su quella costa ricca di ulivi e di oleandri, di bouganville e di aranci sulla terra a terrazze, come scale appoggiate sul mare. Di giorno ridente, attiva, effervescente, di notte luogo di incantesimi con le sue luci fosforescenti, la sua torre saracena, quella di Punta la Guardia, i suoi balconi, tripudio di fiori e lampare e con le sue barche nel porto che giocano con lo sciabordio continuo pur nel riposo notturno. Seiano è un corallo impreziosito d’oro, di inestimabile valore, che offre il meglio di ogni cosa.
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