giovedì 5 settembre 2019

«Bici elettriche fuori dalle Ztl» a Sorrento parte la crociata


di Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Sorrento - Sfrecciano a tutte le ore del giorno e della notte. Tra i pullman e le auto in transito, ma anche nei vicoli del centro storico e nelle zone a traffico limitato che brulicano di pedoni. A volte contromano, spesso a velocità sostenuta: tanto che pochi giorni fa su corso Italia una bambina, figlia di una coppia di turisti francesi, è stata investita rovinando sull'asfalto. E così, a Sorrento, le biciclette elettriche finiscono nel mirino di partiti politici e associazioni. «Perché le forze dell'ordine non elevano le contravvenzioni previste dalla legge?», chiede il Movimento 5 Stelle mentre le associazioni puntano il dito contro i vertici comunali e invocano un immediato giro di vite.


L'INCIDENTE 
A riaccendere la polemica è l'incidente di cui è stata vittima la piccola francese. Era con i genitori a passeggio nella ztl tra piazza Tasso e piazza Veniero, quando è stata travolta da una bicicletta elettrica. Nessuna conseguenza grave, ma è stato comunque necessario il ricovero in ospedale. L'episodio ha fatto scattare nuovamente l'allarme sicurezza per quanto riguarda le isole pedonali nel centro di Sorrento: zone rigorosamente off-limits per pullman, automobili e motocicli, ma non per le biciclette elettriche che però, alla luce delle prestazioni, sono più simili agli scooter che non alle classiche due ruote senza motore. Durissima la presa di posizione del movimento civico «Conta anche tu». In un documento indirizzato al sindaco Giuseppe Cuomo e alla Procura di Torre Annunziata, il coordinatore Francesco Gargiulo invoca l'adozione di «tutti gli opportuni provvedimenti idonei a tutelare l'incolumità dei pedoni» e chiama in causa il primo cittadino: «Qualora si dovessero verificare gravissimi incidenti la riterremo direttamente responsabile dell'accaduto». Insomma, i residenti pretendono la linea dura come quella recentemente inaugurata nella vicina Piano di Sorrento, dove la polizia municipale sta infliggendo multe salatissime e confiscando le biciclette irregolarmente trasformate in scooter. Sul caso è alta l'attenzione del Movimento 5 Stelle. Secondo il referente sorrentino Rosario Lotito, «le biciclette elettriche che sfrecciano nelle isole pedonali e nei vicoli sono da considerarsi ciclomotori sicché, per legge, richiedono casco, assicurazione, patentino o patente, età minima di 14 anni, certificato di circolazione e targa».
LE REGOLE 
Il Codice della strada è chiaro; le biciclette a pedalata assistita sono assimilate alle classiche due ruote a patto che il motore abbia una potenza massima di 0,25 chilowatt e aiuti il conducente a raggiungere una velocità massima di 25 chilometri orari. Al di sopra di questi limiti, invece, si è in presenza di ciclomotori elettrici che, come tali, richiedono casco, targa, assicurazione, patente e così via. Per chi violi queste norme sono previste multe da poche decine a diverse migliaia di euro. «Come mai gli agenti della polizia municipale, sempre presenti nelle ztl, non controllano se le biciclette in questione sono a norma? - incalza Lotito - II sindaco, per legge, può introdurre ulteriori restrizioni alla circolazione nelle aree pedonali: che cosa aspetta a intervenire?» In realtà, Sorrento non è l'unico centro in cui i proprietari di biciclette elettriche godono di ampia libertà. Second o l'Associazione italiana vittime della strada (Aivis), i Comuni sono generalmente inadempienti e non disciplinano adeguatamente la circolazione di mezzi assai diffusi come le biciclette classiche o quelle elettriche. «Ciò è dovuto all'atteggiamento ideologico che molte amministrazioni hanno nei confronti dei ciclisti - sottolinea Manuela Barbarossa, presidente dell'Aivis - Chi viaggia in sella a una bicicletta viene presentato come persona più attenta alle tematiche ambientali e sociali rispetto agli automobilisti. Invece anche i ciclisti creano problemi di sicurezza piuttosto gravi, come dimostrano i tanti incidenti che provocano su tutto il territorio nazionale». Ecco perché l'Aivis invoca una regolamentazione che imponga assicurazione obbligatoria e targa identificativa anche per velocipedi e biciclette elettriche: «Una misura necessaria conclude Barbarossa - a tutela non solo dei pedoni, ma anche degli stessi ciclisti».

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