di Maria Pia Rossignaud, vice presidente Osservatorio TuttiMedia al Corriere del Mezzogiorno del 23 luglio 2023
Gentile direttore, intervengo sul punto Circumvesuviana, che sta animando le pagine del Corriere del Mezzogiorno, sono grata al mio giornale per aver sollevato la questione del diritto al trasporto. Un diritto attualmente negato da quella che Umberto de Gregorio (Eav) definisce una tragedia, per I'eredità di contenziosi, debiti e materiale vecchio, non solo relativo alle macchine. Il punto è che la catastrofe viene a cadere su di noi cittadini che dobbiamo subire per evitare il peggio, ma può essere peggio di quanto capitato al sociologo Derrick de Kerckhove che, il 23 giungo, ha messo un'ora e dieci minuti da Roma a Napoli e 3 ore da Napoli a Vico Equense. Parliamo del debito: sarebbe stato, forse, opportuno dilazionare più a lungo il rientro del deficit e fornire un servizio migliore, adeguare i binari e comprare treni standard. A Nizza in due anni hanno rivoluzionato il trasporto, da e per l'aeroporto, con un tram senza guidatore che in 20 minuti conduce in centro città. In Campania si piange sul latte versato, su operai non idonei, ma nessuno ci dice cosa è successo ai manager che ci hanno condotto a questo disastro. Hanno pagato per la loro inezia? Nell'era delle macchine senza autista (premetto che ho visto nasce il moving people dell’aeroporto di Roma) una visione di modernità per la vesuviana c’è? Spero che almeno preveda l’introduzione di bagni nei vagoni che sono assenti, perlopiù senza aria condizionata e wi-fi. Da giornalista e figlia di albergatrice sono esterrefatta: devo aspettare fino al 2026 per avere un treno probabilmente già vecchio rispetto alla velocità di. evoluzione della tecnologia. E allora propongo i calessi, almeno abbattiamo le emissioni di CO2 e riportiamo a casa chi non è capace di gestire il cambiamento.
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