giovedì 12 marzo 2015

Sorrento. Piscina abusiva scoperta dai vigili urbani e mai abbattuta: scatta l’ordinanza di demolizione

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Sorrento - Una vasca interrata, che sarebbe dovuta diventare a stretto giro una vera e propria piscina e che secondo l’ufficio tecnico del Comune di Sorrento è totalmente fuorilegge. Quindi va rimossa, al più presto. Anche perché, dopo l’ennesimo controllo del nucleo anti-abusivismo, è stato accertato che nonostante i solleciti giunti dal municipio non sono stati ancora avviati gli interventi per la demolizione. Ecco dunque spuntare l’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi a firma del dirigente del terzo dipartimento del Comune, l’ingegnere-capo Alfonso Donadio. E’ un provvedimento emesso a carico di una famiglia di Sorrento che, nella propria tenuta collinare, aveva avviato i lavori per rifinire una vasca apponendo anche una seconda piscina – fuori terra – con una struttura in tubolari: si tratta di un’altra opera che i proprietari del fondo finito nel mirino dell’ente municipale di piazza Sant’Antonino hanno già buttato giù. Non è stato fatto lo stesso invece per la “prima” piscina – 9 metri per 6 con profondità pari a un metro e mezzo – che ha portato all’apertura di un procedimento amministrativo sfociato poi nell’ordinanza di Donadio. Tutto parte nel giugno 2013 quando gli agenti di polizia municipale effettuano presso la tenuta collinare ben quattro sopralluoghi per definire al meglio la situazione e rilevare alcuni abusi edilizi. Sotto la lente d’ingrandimento dei vigili urbani, manco a dirlo, ci sono le due piscine “incriminate”. Nel contempo, l’ufficio anti-abusivismo del Comune apre un’istruttoria che si snoda con l’iter prestabilito dalla normativa.
 
Viene presentata un’istanza alla Soprintendenza di Napoli e provincia per ottenere il parere di compatibilità paesaggistica per le opere che, a detta dell’architetto Daniele De Stefano del Comune (titolare dell’ufficio), sono «state eseguite in assenza di titolo». Arriva un altro stop ai lavori. Perché la Soprintendenza boccia la pratica esprimendo con tanto di decreto il parere negativo anche sulla compatibilità ambientale delle piscine. Lo scorso luglio viene presentata anche la Scia (segnalazione certificata di inizio attività edilizia) di ripristino. Scadono i termini fissati dall’ordinanza firmata dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata e scattano ulteriori verifiche. Qui emerge un dato chiaro: ovvero la vasca per la rifinitura di una piscina al grezzo, «non completata e vuota» è ancora lì, nel fondo al centro del procedimento. Mentre l’altra struttura è stata rimossa in tempo. A questo punto, arriva il diktat definitivo dal Comune di Sorrento: anche stando a una relazione di De Stefano che rileva le irregolarità anche sul vincolo paesistico ambientale, si rende necessario l’emissione di un provvedimento che punti alla demolizione. Detto, fatto. In tal senso, nelle ultime ore, arriva il via libera definitivo dall’ingegnere Donadio che a sua firma vara l’ordinanza di demolizione.

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