sabato 25 marzo 2017

De Luca a Ciarambino: una chiattona

Vincenzo De Luca
La gaffe del governatore scatena la bagarre in Consiglio. In serata twitta: le manderò i fiori 

Fonte: Angelo Agrippa da Il Corriere del Mezzogiorno 

Napoli - Quando lo scontro politico travalica le cime più elevate della polemica per poi precipitare a valle come una slavina di ingiurie finisce che non si salva più nessuno. E in consiglio regionale, convocato per approvare il collegato alla legge di stabilità blindato per la prima volta con il voto di fiducia, si è assistito davvero ad uno spettacolo inqualificabile. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca, a fine seduta, davanti alle telecamere, ha malamente steccato replicando, a suo modo, alle proteste della capogruppo dei 5 stelle Valeria Ciarambino: «C'è una signora che disturba anche a cento metri di distanza, questa chiattona», ha commentato infastidito, senza fare nomi, ma con evidenti riferimenti alla esponente grillina. Per poi tentare un impossibile colpo di reni: «Non ho fatto nomi, parlavo di miei amici». Ciarambino, durante il suo intervento in aula contro la decisione di strozzare il dibattito con il voto di fiducia, aveva attaccato: «Questa maggioranza e De Luca usano le istituzioni neanche come salotto, ma come bagno di casa loro». E ad inizio di seduta aveva anche contestato l'intervento di Stefa no Graziano, il presidente regionale del Pd completamente prosciolto dalle accuse di aver preso i voti dei clan per la sua elezione, quando quest'ultimo ha ricordato come i 5 stelle, appena gli fu notificato l'avviso di garanzia, abbandonarono l'aula:
 
«Mi ricordano Robespierre, il rivoluzionario che istituì la ghigliottina e fu vittima di quella macchina infernale». Insomma, una bagarre durata per tutto il tempo dei lavori del consiglio. Anzi, i 5 stelle avevano anche accusato la maggioranza di aver provato a ricattarli per evitare che presentassero i 200 emendamenti al collegato. «Ormai siamo in piena delucrazia — ha tuonato Ciarambino —. Il provvedimento che arriva in aula blindato viene usato contro il Movimento 5 Stelle per farci pagare il prezzo di non esserci piegati al ricatto politico, alla proposta indecente della maggioranza. Ci avevano chiesto, infatti, di non discutere in aula tutti i nostri emendamenti e in cambio avrebbero garantito l'approvazione sicura di 3 o 4 nostri provvedimenti». Ma la gravita delle parole usate da De Luca ha provocato una scia infinita di reazioni indignate. «Che De Luca fosse un cafone lo sapevamo — ha dichiarato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio — ma ha oltrepassato il limite». E Beppe Grillo: «Questa è la classe dirigente del Pd. Forza Valeria, sei una roccia!». Per il presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, sono «inaccettabili le parole del governatore De Luca. Un uomo delle istituzioni non può pronunciare frasi sessiste. Il Pd si vergogni e chieda scusa». Anche l'attore Alessandro Gassmann, su Twitter, si è scagliato contro il governatore campano: «Quando un presidente di Regione chiama "chiattona" una sua avversaria politica, dimostra la sua bassezza». n sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha duramente biasimato il presidente della Regione: «De Luca chieda immediatamente scusa perché è un'offesa gratuita che non ha nulla a che vedere con la politica». Il gruppo regionale dei 5 stelle ha condannato «l'epiteto sessista e volgare». Sulla vicenda è intervenuta anche Maria Elena Boschi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Credo che si sia reso conto anche il presidente De Luca che la sua è stata una uscita infelice. Questi termini non vanno utilizzati». In serata il governatore però ha twittato: «Manderò a @valeria_ci un mazzo di fiori sperando che la prossima volta lasci parlare chi fa un'intervista senza coprirci con le sue grida».

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