lunedì 20 febbraio 2023

Vico Equense. La musica è donna: 8 marzo sala delle Colonne ore 18

Vico Equense - Dopo due anni di lavoro, ricerca, studio e impegno, nei mesi scorsi, è uscito Mystica, primo disco dedicato alla musica da camera di don Luigi Guida, inciso da Candida Guida, che si è fatta carico, in questi anni, del recupero e della stampa di moltissimo materiale inedito del Maestro. In occasione dell’8 marzo, il contralto vicano, insieme a Francesco Aliberti e Giovanni Lucibello, presenterà al pubblico nella sala delle Colonne nel complesso seicentesco della Santissima Trinità e Paradiso, alle ore 18, i primi volumi del progetto di raccolta, recupero e valutazioni delle opere del maestro Guida, nel 140esimo anniversario della sua nascita. . Un altro passo per promuovere questo autore di grande levatura che non arricchì soltanto il patrimonio della musica sacra, ma fu anche raffinato compositore di musica profana. Candida Guida, che alla carriera solistica internazionale, associa con cura costante e passione l'interesse per il maestro Guida, seguendo tutta la filiera produttiva che va dalla ricerca, allo studio dei manoscritti, alla loro revisione fino all'esecuzione, facendone un importante, unico, faro culturale, anche grazie al costante confronto con professionisti di fama mondiale. Il lavoro che sarà presentato riguarda la musica composta da Luigi Guida (1883 – 1951) in onore di Maria Cristina di Savoia e le arie da camera che evocano le sonorità del verismo musicale italiano, in particolare Mascagni e Puccini. Don Luigi Guida è nato a Massaquano l’8 marzo 1883 da Vincenzo e Orsola Imperato. Già a dodici anni manifesta la volontà di entrare in seminario, dove viene condotto dal vecchio parroco don Gaetano. Ben presto il giovane novizio mostra particolare attitudine per la musica e, non ancora sacerdote, fonda a Massaquano la Schola Cantorum sotto il titolo di “Palestrina”.


 

Si iscrive, poi, al conservatorio musicale di San Pietro a Maiella di Napoli. Il suo talento musicale è eccezionale e i Gesuiti lo reclutano per il loro prestigioso istituto “Pontano” di Napoli, dove diventa docente. Per quarant’anni dirige il coro e compone musica sacra. La melodia, per don Luigi, è il mezzo privilegiato di comunicazione con Dio tanto che, in tutte le sue opere, ricerca la purezza del rapporto tra lo spirituale che è dentro di sé e lo strumento che deve emanciparsi fino allo spiritualizzarsi della materia. Le sue composizioni sono state eseguite anche al Teatro San Carlo con grand’orchestra e coro, a Lecce, a Palermo, a l’Aquila e al Conservatorio di San Pietro a Maiella in Napoli. La sua prima opera, inviata a Roma nel 1914 per un concorso al Teatro Augusteo, è tratta dai versi biblici del Libro di Giuditta e fonde i generi epico, lirico e drammatico. Questa gli procura il primo premio e una certa notorietà. Seguono otto grandi oratori, tre poemetti per archi, diverse decine di brani sacri per solisti e per cori, una sonata per violino e pianoforte, romanze da camera ed arie per canto ed orchestra. Nonostante la fama lo porti al di fuori dei confini regionali e nazionali, egli non rinuncia mai alla sua Massaquano dove torna ogni volta che può, ripercorrendo, forse inconsciamente, gli stessi sentieri vicani che nel Settecento frequentavano Bartolomeo Intieri, Antonio Genovesi, l’Abate Galiani e Luigi Serio. Vecchio e malato, si ritira proprio qui, a Massaquano, dove muore il 15 dicembre 1951, tra le cure e l’affetto di quanti hanno stimato la sua personalità carismatica e la sua musica “divina”.

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