Vico Equense - Definirle buche sarebbe riduttivo. Sono veri e propri crateri quelli che si sono formati in questi giorni sulle vie della Città. Situazione che il maltempo non ha fatto altro che aggravare creando voragini sull' asfalto che hanno messo in difficoltà centauri e automobilisti. La Via Raffaele Bosco è una fetta d’emmenthal. Pochi controlli sui cantieri per la metanizzazione, per verificare il modo di lavorare delle ditte appaltatrici e pretendere quindi il ristabilimento dello stato delle strade, cosa che quasi mai avviene. Basta una “leccata” veloce di asfalto sulla cicatrice e via. E dopo poche settimane le buche si moltiplicano. La “nuova” giurisprudenza, soprattutto di legittimità, è giunta, non senza contrasti, ad applicare anche alla Pubblica Amministrazione la presunzione di responsabilità di cui all’art. 2051 c.c., qualora abbia omesso di vigilare sul demanio stradale per impedire che ne derivi danni a terzi. In pratica, qualora un utente della strada in ragione della presenza di buche sull’asfalto perda il controllo del proprio mezzo, la responsabilità della P.A., ed è questa la novità di rilievo, è esclusa solamente dal caso fortuito.
La Via Raffaele Bosco da sempre questa strada ha rappresentato il pomo della discordia tra destra e sinistra. Nata tra il 1897 e il 1903, per volontà dell’avvocato napoletano che le dà il nome. Collega, sia sul tratto Vico – Moiano, che su quello Seiano – Moiano, il centro cittadino con le numerose aziende sorte nella zona alta, dove risiedono circa i 2/3 della popolazione. Strettoie, fossi, curve tortuose costituiscono lo scenario in cui s’imbattono quotidianamente i cittadini. Un’arteria troppo importante perché sia lasciata nelle condizioni di degrado in cui è ridotta. Nel 1987 la Regione Campania stanzia un importo di 5 miliardi e 800 milioni di vecchie lire per l’avvio dei lavori sul troncone Seiano – Moiano. 1989 la ditta Capaldo Costruzioni si aggiudica l’appalto. Nel 1993 la revoca da parte della Giunta Regionale alla Capaldo perché i lavori non furono mai avviati, se non sporadici interventi. Alla ditta furono riconosciuti 50 milioni per lavori eseguiti. 1999 l’amministrazione Savarese, in un consiglio comunale tenutosi a Moiano, alcuni consiglieri di centro sinistra evidenziarono che i fondi per la R. Bosco erano stanziati ma sospesi. Lo sblocco avvenne poi con un decreto di Ciampi. 2002 Giunta Dilengite delibera in Consiglio Comunale la messa in sicurezza della via sul versante Moiano – Seiano. Del finanziamento regionale del 1987 restavano inutilizzati 5 miliardi e 100 milioni. Con una nota del 1 luglio 2002 si chiede di rimodulare i fondi assegnati al Comune. Dei 5 miliardi, 1,460.000.000 sono destinati al completamento dei lavori di sistemazione di Rivo D’Arco, nonostante il Ministero dell’ambiente aveva già espresso un parere contrario definendo l’opera “inutile”. I restanti 3 miliardi e 640.000.000 sono stati, destinati, infine, alla messa in sicurezza della R. Bosco. Nel maggio 2004 la Regione stanzia altri 500.000 euro per la messa in sicurezza del tratto Vico – Moiano. L’avvio dei lavori sulla strada è datato novembre 2004.
2 commenti:
Straordinario articolo.. veramente complimenti.. come sai i miei suoceri sono di Moiano e conosco la situazione desolante mi piacerebbe se tu mi inserissi il pezzo su Positanonews..
Come avevo già detto se scavi, posi i tubi e ricopri con la plastilina si sà, dura poco e due gocce d'acqua scavano una buca enorme.
A chi dovrebbe importare?
Nell'ordine:
1) Ai Vigili Urbani (controllori ella sicurezza stradale;
2) al Sindaco (controllore della spesa pubblica e della qualità dei lavori eseguiti)
3) ai cittadini che sono i diretti interessati
Ciao
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