Regione Campania - Occhi arrossati e perfino qualche lacrima, nella piazza, quando De Luca concludendo ha detto: «Non sono le elezioni. Siamo una comunità unita da una comune sensibilità. Siamo quelli che si commuovono vedendo una donna al mercato che si conta l’euro, quelli che guardano al calvario degli handicappati, respiriamo la sofferenza del mondo nelle guerre, siamo quelli che almeno una volta si sono ribellati alle ingiustizie, quelli che hanno insegnato ai figli a non vergognarsi per il sudore dei padri». È in quel momento che sono tornate alte migliaia di bandiere verdi e rosse del Pd con le gialle di Sel e quelle dell’Italia dei Valori, dei Radicali, dei Verdi, issati i cartelli delle fabbriche in crisi con quelli inneggianti al candidato, in una esplosione di colori di palloncini, cappellini, spille, foto, magliette. Un popolo di militanti ma anche gente comune, persone organizzate nei centinaia di pullman (quasi duecento solo da Salerno, 300 da tutta la regione) dai punti più reconditi della Campania e quanti sono arrivati per conto proprio in auto, metropolitana o funicolare. Mille motivazioni raccontate nei cartelli dal “te votano pure e’ creature, va’ sicuro Vicie’”, al liturgico “liberaci da tutti i mali” fino al “coraggio delle scelte” e a “Vicienz’m’è pate a me”. «Vogliamo ascoltare De Luca, ci piace la sua schiettezza» spiega Aniello Guarino, 55 anni, di Giugliano. «Siamo qui per Vincenzo e quanto ha fatto a Salerno non per il Pd» sottolinea Pietro Marcheggiano, 64 anni, di Caivano. «Lo abbiamo sentito a Teano e ci ha convinto» ripete un gruppo di ragazzi con Isidoro, 24 anni. E se la piazza inondata di bandiere di partito smentisce le accuse al candidato presidente di vergognarsi dei gruppi politici che lo sostengono, la musica rifugge da quelle tradizionali del centrosinistra per approdare ai ritmi di Madonna, alle cadenze suadenti dei Massive Attack fino ad un travolgente Michael Jackson. Applausi alle testimonianze di quanti vivono la crisi economica. «Siamo precari in un call center che lavora per la Telecom e ci dobbiamo considerare fortunati di fronte a chi non ha lavoro - dice Marialuisa Lanzaro - Chiediamo di riaccendere la speranza per giovani che chiedono di lavorare non di essere assistiti per sempre». «Vogliamo denunciare quanto avviene alla Fiat a Pomigliano - grida Giuseppe Minarelli sul palco con due colleghi licenziati - In cento già sono stati mandati a casa, ma vogliono togliere le produzioni di lusso per farci fare la Panda: significa che siamo senza futuro». «Ho 40 anni e due bambini: ero andata via da Ponticelli, ci sono voluta tornare - racconta Antonella Di Nocera - Non cambia nulla, ma non ci arrendiamo: abbiamo creato un cinema per i bambini. Chiediamo di investire in cultura che non è solo grandi finanziamenti ma parchi e spazi verdi». (Fulvio Scarlata il Mattino)
(Foto - Comitato per De Luca Presidente Vico Equense)
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