venerdì 9 marzo 2012

Vico Equense: Manca ancora la Commissione per le Pari Opportunità

Di Claudia Scaramellino

Vico Equense - L’8 marzo è sempre un giorno speciale e lo è di più in anni di crisi come questi, in cui emerge con forza la necessità di una profonda riflessione sulle condizioni delle donne, in tutti gli ambiti. Le donne, oggi, non possono guardare al passato e ritenersi soddisfatte dei passi, pur grandi, fatti tempi addietro. Anzi non ha senso, a più di trent’anni dal nuovo diritto di famiglia del 1975, a quasi venti dalla nuova legge contro lo stupro o costatando l’accresciuto numero di donne che hanno studiato, dire soddisfatte che la parità di genere si sia compiuta. Forse l’aver voltato “velina” più che pagina, con al governo più rassicuranti ministre provenienti dalle professioni, e vedere apprezzato il merito, può essere buon segno per il futuro! Ma non basta. E non sfugge che, in Italia,statisticamente le donne ai vertici siano meno che in altri Paesi europei e che pochissime tra queste siano giovani. Pertanto la stessa foto di Camusso con Marcegaglia segnando la novità di due donne al vertice in posizioni uguali e contrarie, conferma l’anomalia italiana. Si impone, al contrario, una approfondita riflessione sulla condizione femminile di italiane e immigrate, in considerazione degli accresciuti casi di emarginazione, di stupri, di morti violente, di assassini familiari, dei diritti negati come le dimissioni in bianco. Dai sondaggi, fatti in questo tempo di crisi, si evincono i numeri maggiori delle donne nelle file dei disoccupati, dei cassintegrati e dei sottoccupati, degli inoccupati in attesa di primo lavoro e tra i giovani sfiduciati che non lo cercano più. C’è una tale abbondanza di questi dati che sarebbe bastata a fare dell’8 marzo un giorno di riflessione, anche per riscoprire il significato di solidarietà implicito nella mimosa, strappata al rito consumistico. E’ necessario riflettere, soprattutto a livello locale, dove i bisogni si possono individuare da vicino per approntare una soluzione possibile e cercare fondi. Qui bisogna promuovere, con l’informazione, la cultura del diritto, avviare iniziative atte a rilevare i numeri del disagio femminile nelle sue tipologie, promuovere azioni a sostegno della salute fisica e psicologica, supporti giuridici, sociali ed economici, servizi per la famiglia. Ascoltare il parere delle donne nelle politiche socio- familiari e scolastiche, in cui il loro coinvolgimento è importate. Per questi motivi sono nate le Commissioni comunali per le Pari opportunità. Esse sono già presenti da tempo in tutti i comuni della costiera. A Vico Equense, deve ancora essere istituita la Commissione per le Pari Opportunità, richiesta da “IN Movimento per Vico” e da chi scrive prima firmataria, già nello scorso novembre. Purtroppo anche di fronte a tanto chiara istanza, non si è ancora riunita la Commissione Statuto del comune, essendo più volte mancato il numero legale. Ci si sarebbe aspettato che, per l’8 marzo, la Commissione Pari opportunità avesse già potuto approntare un calendario di lavoro: invece la democrazia può ancora attendere, e soprattutto se si parla di donne…

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