giovedì 11 ottobre 2012

Antenne…

Quando si parla di elettrosmog, il pensiero va immediatamente alle antenne per la telefonia mobile, che suscitano anche nella nostra Città, una forte opposizione per le onde emesse dai "tralicci". Un tema caldo nel territorio municipale, come dimostra le recenti proteste. Attenzione però, anche il telefonino è un ricetrasmettitore, che tramite l'antenna irradia onde la cui potenza decresce all'aumentare della distanza dall'antenna stessa. In questo caso però la sorgente di emissione si trova vicino alla testa dell'utente. Oggi, sull’argomento, c’è un articolo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno. «Il tema di possibili rischi - si legge - per la salute conseguenti all’utilizzo del telefono cellulare è alla costante attenzione anche a seguito della classificazione stabilita dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di agente possibilmente cancerogeno per l’uomo a causa dei campi elettromagnetici in radiofrequenza». Ma poi aggiunge: «Attraverso studi epidemiologici la stessa Agenzia ha evidenziato limitata cancerogenicità tra gli utilizzatori del telefonino in relazione al tumore maligno del cervello e del nervo acustico, mentre l’evidenza è stata giudicata inadeguata per altri tipi di cancro o esposizione». Con questa missiva il ministero della Salute risponde a un avvocato di Potenza, ammalato di un tumore al cervello. I medici gli avevano detto che la causa poteva essere l'eccessivo tempo trascorso al cellulare. L'uomo: «Ci dicono che il telefonino è cancerogeno seppur a cangerogenità limitata. Qualcosa, insomma, c’è. D’altra parte - aggiunge - in molti libretti di istruzione dei cellulari viene consigliato di tenere l’apparecchio a qualche centimetro di distanza dall'orecchio. Se le ditte costruttrici scrivono questo, forse sarebbe opportuno dare un'informazione più completa e più chiara. Ne va della salute dei cittadini».

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