giovedì 25 ottobre 2012

Gioco d’azzardo, il senatore Lauro presenta tre emendamenti

Il senatore Raffaele Lauro, presenta i seguenti tre emendamenti sul gioco d’azzardo, e scrive ai Colleghi di Palazzo Madama

Articolo 7, numero 6 “Ai Sindaci dei comuni spetta la valutazione delle implicazioni delle attività di gioco con vincite in denaro in merito alla sicurezza urbana, come definita in Decreto Ministero Interno 05.08.2008, G.U. 09.08.2008, con facoltà di adozione di provvedimenti ex art. 6 del d.l. n. 92 del 2008 convertito dalla legge n. 125 del 2008”
Articolo 7, numero 8 “E' fatto divieto ai genitori e agli adulti affidatari, anche in via provvisoria, di minori di anni 18 di essere accompagnati da minorenni in locali dove sono istallati sistemi di gioco con vincite in denaro, ovvero di trattenere minori a distanza inferiore a metri 100 da locali dove detti adulti si rechino per partecipare a attività di gioco con vincita in denaro”
Articolo 7, numero 9 “E' vietata la pubblicità al gioco e lo svolgimento di attività di gioco con vincita in denaro all'interno delle sedi e negli spazi pertinenziali di amministrazioni pubbliche, di servizi pubblici e di infrastrutture pubbliche, in particolare di aziende sanitarie, uffici postali, stazioni ferroviarie, autolinee, scali aeroportuali e del trasporto passeggeri su nave”.



“Nonostante l'impegno e la volontà politica unanime, - scrive Lauro in una lettera inviata ai Colleghi di Palazzo Madama - espressa in commissione antimafia e, in ogni occasione, dal Senato della Repubblica, la battaglia, per disciplinare organicamente il settore dei giochi e, in particolare, del gioco d'azzardo, con norme elementari a tutela dei minori, a salvaguardia dei malati da gioco patologico, per il riconoscimento del gioco patologico, come malattia sociale, per il risarcimento economico delle famiglie, per il divieto assoluto di pubblicità ingannevole e per la trasparenza delle società concessionarie, dei gestori e dei titolari sul territorio, può considerarsi perduta, almeno in questa disgraziata legislatura. Lo scandalo (al sole) e la vergogna del gioco d'azzardo sono diventati un elemento strutturale e criminogeno della finanza pubblica e, soltanto in futuro, saranno quantificabili i costi sociali di questa patologia nazionale, scaricati sulle future generazioni, dei quali dovranno rispondere, anche penalmente, tutti i ministri dell'economia e delle finanze, autori di questo sfacelo. Le proposte legislative, ispirate dalla commissione antimafia, giacciono nelle commissioni parlamentari e non credo riusciranno neppure ad arrivare all'approvazione, in prima lettura del Senato, nonostante la dichiarazione di urgenza, votata all'unanimità. Hanno vinto le lobby del gioco, che hanno costretto persino il Governo Monti a fare marcia indietro sulle norme antimafia e ad annacquare le norme sul gioco, contenute nel decreto Balduzzi, che risultano del tutto ininfluenti ed inidonee.”

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