Gazebo nei week-end fino a dicembre
Sorrento - L’Italia dei Valori Penisola Sorrentina, dopo aver raccolto migliaia di firme per l’abrogazione delle norme relative alla privatizzazione dell’acqua, all’installazione del nucleare ed al legittimo impedimento, per il cambiamento dell’attuale legge elettorale e l’abolizione delle province, è ora impegnata in una nuova sfida referendaria. Dopo la distribuzione del materiale informativo alla cittadinanza, sabato 27 ottobre, l’Idv sarà impegnata per raccogliere le firme dei cittadini per i 4 referendum abrogativi depositati presso la Corte di Cassazione lo scorso 11 settembre; a Sorrento i cittadini potranno reperire informazioni e recarsi a firmare presso il gazebo che sarà presente tutti weekend di ottobre, novembre e dicembre, in mattinata, dalle ore 10:00 alle ore 13:00, e nel pomeriggio, dalle 17:00 alle 20:00, nell’area adiacente la Cattedrale di Sorrento, lungo il corso Italia.
Con il primo quesito si chiede la completa abolizione del finanziamento pubblico per i partiti; la legge che il governo Monti e i partiti che lo sostengono hanno varato, raccontando che si trattava di un ridimensionamento di quel finanziamento, è una pura presa in giro.
Il secondo quesito vuol invece cancellare la diaria dei parlamentari; i parlamentari, oltre allo stipendio e alle agevolazioni varie, godono anche di un ulteriore emolumento che è la diaria parlamentare. Con il referendum vogliamo eliminare questo ulteriore privilegio perché rappresenta un momento di civile riconoscimento verso un paese e i suoi cittadini che stanno vivendo difficoltà estreme.
Il terzo quesito vuole ripristinare integralmente l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Il quarto chiede l'abolizione dell'art. 8 della decreto legge 138/2011, poi convertito in legge.
I due referendum in materia di Lavoro intendono ripristinare l’articolo 18 nella sua formulazione originaria in tema di tutela in caso di licenziamenti (modificato invece dalla “riforma del lavoro” messa a punto dal Ministro del Welfare Elsa Fornero), e la normativa relativa ai diritti minimi e universali previsti dal contratto nazionale di lavoro, a sua volta abrogato dall’articolo 8 della manovra finanziaria del precedente Governo Berlusconi.
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