sabato 13 ottobre 2012

Pesca illegale, sequestrato un quintale di totani

Sorrento - Notte delle lampare amara per 15 imbarcazioni che dopo avere pescato totani e calamari nello specchio d’acqua della penisola sorrentina hanno trovato ad attenderli al loro rientro nei porticcioli i militari della guardia costiera che dopo gli opportuni controlli hanno elevato verbali amministrativi per 7mila euro e sequestrato oltre un quintale di cefalopodi pescati con imbarcazioni prive di licenza ed autorizzazioni del caso. Il blitz delle divise bianche è scattato l’altra notte in seguito ad una segnalazione che ha indirizzato i militari nei porti di Marina di Cassano di Piano di Sorrento, di Marina della Lobra a Massa Lubrense ed a Marina del Cantone a Nerano e coinvolgendo oltre una dozzina di imbarcazioni da poco rientrate dalla pesca notturna con le lampare. La capitaneria di porto di Castellammare di Stabia coordinata dal comandante Savino Ricco ha disposto nell’occasione 4 squadre che hanno effettuato rigorosi controlli su 15 imbarcazioni da diporto attrezzate per la pesca di totani e calamari ma quasi tutte sprovviste di autorizzazioni e della licenza di pesca. L’operazione notturna ha portato la guardia costiera a sequestrare oltre un quintale di cefalopodi, tra totani e calamari, sanzionando i trasgressori con verbali amministrativi per un totale di 7mila euro, oltre al sequestro di lampade, lenze, ami luminosi ed altre attrezzature utilizzate per la pesca notturna. Si è trattato di una prova di forza voluta dal comando della capitaneria per contrastare nelle acque del golfo e della riserva marina protetta di Punta Campanella la pesca allo stato fresco di questo ricercato mollusco cefalopode catturato con il sistema a circuizione con fonti luminose e successivamente venduto nelle pescherie della costiera o direttamente ad albergatori e ristoratori. Totani e calamari vengono di fatti pescati vivi con una rete a sacco, di notte, attratti da fonti luminose installate su particolari imbarcazioni. A pesca effettuata i cefalopodi dovrebbero essere immessi in contenitori contenenti acqua ghiacciata per consentirgli di morire naturalmente e raffreddarsi, evitando carenze igienico-sanitarie che possano ripercuotersi sulla sua conservazione. (Fonte: Vincenzo Maresca da il Giornale di Napoli)

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