Alle Europee del 2014 aumentato il numero di chi ha disertato i seggi. Si recò alle urne il 51,1 percento Una tendenza temuta dai partiti
Napoli - Urne aperte solo oggi fino alle 23. Lo scrutinio delle schede, infatti, partirà appena chiusi i seggi. Saranno 4 milioni 965 mila 317 gli elettori, distribuiti per 5.835 sezioni nelle 5 province. Cinque gli sfidanti per la presidenza della Regione Campania, di cui due, Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca, sono gli stessi che cinque anni fa si contesero l'elezione. Con essi, oggi concorrono Valeria Ciarambino, unica donna in lizza, del Movimento 5 stelle; Marco Esposito, ex assessore della giunta de Magistris, della lista Mo! di stampo sudista; e Salvatore Vozza, di Sinistra al lavoro. Venti le liste a sostegno dei cinque candidati a governatore della Campania. Il presidente uscente, Caldoro, è appoggiato da Fi, Ncd, Fratelli d'Italia, Caldoro Presidente, Noi Sud, Popolari per l'Italia-Pri, Mai più terra dei fuochi, Vittime della giustizia e del fisco. De Luca, ex sindaco di Salerno, candidato per il centrosinistra, è appoggiato da Pd, Davvero VerdiEcologia e Diritti, Psi, Idv, Italia Libertas- Udc, Centro Democratico, Campania Libera-De Luca Presidente, Campania in rete-De Luca Presidente, De Luca Presidente. Il presidente della Regione sarà eletto con il sistema maggioritario, mentre i 50 consiglieri regionali saranno eletti con il sistema proporzionale con premio di maggioranza. Sulla scheda di colore verde l'elettore potrà esprimere fino a due preferenze, ma in questo caso osservando la differenza di genere (un uomo e una donna) altrimenti potrà apporre una sola preferenza.
Inoltre, al l'elettore è consentito di apporre un segno solo sul nome del candidato presidente, senza votare le liste che lo appoggiano: il voto sarà valido solo per l'elezione del presidente e non si estende a nessuna lista. Altrimenti, l'elettore potrà votare una lista senza indicare alcun candidato: il voto così sarà attribuito al candidato presidente cui la lista scelta è collegata. Ancora, l'avente diritto al voto potrà esprimere la preferenza per un candidato consigliere scrivendo il nome e cognome - o anche solo il cognome del candidato consigliere - a lato del simbolo del partito d'appartenenza. Infine, è consentito esprimere il cosiddetto voto disgiunto: l'elettore ha la possibilità di votare per un candidato presidente ed anche per una lista ad esso non collegata. La consultazione è a turno unico, con una soglia di sbarramento perle liste provinciali che abbiano ottenuto meno del 3%, (a meno che siano collegate a un candidato presidente che ha ottenuto il 10% dei voti), ed è previsto un premio di maggioranza del 60% per le liste collegate al presidente vincente, a prescindere dalla soglia percentuale raggiunta. Uno dei seggi è riservato al candidato alla presidenza arrivato secondo. Cinque anni fa l'election day regionale si tenne il 28 marzo e l'affluenza alle urne fu del 62,96%. Stefano Caldoro risultò vincitore con 1.586.490 preferenze (il 54,25%). La coalizione di centrodestra in suo appoggio ottenne 1.615.118 (il 58,60%) per un totale di 38 seggi. Vincenzo De Luca ottenne 1.258.787 di preferenze (il 43,04%) e fu eletto consigliere. Le liste di centrosinistra che lo appoggiavano ottennero 1.061.148 di voti (il 38.50%) per un totale di 21 seggi. Terzo classificato Paolo Ferrerò, candidato da una coalizione composta da Rifondazione comunista, Sinistra europea e Comunisti italiani. A lui andarono 39.730 voti (ó,ç6%), alla coalizione 43.097 voti (Ãé, 56) e nessun seggio. A chiudere l'elenco dei candidati alla presidenza della Campania fu Roberto Fico che, in rappresentanza del Movimento Cinque Stelle, ottenne 36.792 voti (l'i,33%). Dal 2010 ad oggi, tuttavia, la situazione politica in Campania è andata via via modificandosi. Alle Europee del 2014, il Pd è risultato primo partito con il 32.12%, seguito da Forza Italia con il 23.94%. Il M5S, con i suoi 528.371 voti, registrò a sorpresa il 22.93%. In Campania, il 26 maggio del 2014. però, il vero vincitore fu il partito dell'astensione: per eleggere gli europarlamentari, si recò alle urne appena il 51,1% degli aventi diritto al voto. Fenomeno che potrebbe ripetersi oggi e che i partiti temono più di ogni altra insidia. (Fonte: A.A. Il Corriere del Mezzogiorno)
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