Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Dal centro storico alla periferia, dalla zona collinare al lungomare: non c'è un solo angolo di Napoli che non sia interessato dal boom di bed & breakfast, affittacamere e case-vacanza. E lo scenario non è diverso in tutte le località turistiche della regione. Un fenomeno che da una parte asseconda la cultura dell'ospitalità e il desiderio di guadagno dei residenti, ma dall'altra sottrae alloggi alle famiglie prive di una casa di proprietà. E così la crescita del business legato alle strutture extralberghiere s'intreccia con un'emergenza abitativa senza precedenti. Un caso record è quello di Sorrento: negli ultimi tre giorni 19 privati hanno segnalato l'inizio dell'attività di casa-vacanze o affittacamere in appartamenti disabitati di loro proprietà. A questi si aggiungono 15 strutture spuntate in città prima dell'estate e di cui solo a fine ottobre si e avuto notizia. I numeri descrivono un fenomeno consolidato in tutta la regione: chi possiede una seconda casa preferisce ospitare turisti anziché darla in locazione a nuclei familiari. I motivi? Maggiori guadagni, meno vincoli, niente tira e molla per far sì che l'inquilino lasci l'appartamento a fine contratto. Secondo l'Associazione regionale dei titolari di bed & breakfast e affittacamere (Abbac), ospitare vacanzieri in un b&b di tre camere può fruttare 3.600 euro al mese.
«L'attività è conveniente ma non tutti sono in grado di svolgerla - ammonisce Agostino Ingenito, presidente dell'Abbac - basta una recensione negativa sul web per devastare la reputazione di una struttura». Ciò che conta per molti, comunque, è che gli introiti siano cospicui: basta mettere un appartamento a disposizione dei turisti per cento euro al giorno e così, in alta stagione, si possono guadagnare 3mila euro al mese. Discorso diverso per gli affittacamere che, di solito, svolgono attività d'impresa: gli incassi possono superare i 7mila euro mensili, ma non vanno trascurati i maggiori obblighi e costi di gestione. Le strutture extralberghiere, secondo l'Abbac, in Campania toccano le 2mila unità. La metà è costituita da b&b, mentre case-vacanza e affittacamere rappresentano rispettivamente il 35 e il 15% del totale. Da gennaio scorso il numero di queste attività è lievitato del 30% in penisola sorrentina e in costiera amalfitana, del 40 a Napoli e addirittura del 50 a Salerno. Ma chi pensa alle giovani coppie, agli anziani, alle famiglie di ceto medio-bassi? Ecco l'interrogativo che affligge il Sindacato unitario nazionale degli inquilini e assegnatari (Sunia). «In Campania – spiega il segretario regionale Antonio Giordano - circa il 20 per cento delle abitazioni disponibili viene destinato a struttura extralberghiera e perciò sottratto alle famiglie». Nelle zone turistiche come penisola sorrentina e costiera amalfitana, sono migliaia gli sfratti intimati da proprietari di casa pronti a trasformarsi in imprenditori del settore extralberghiero. A risentirne sono soprattutto le giovani coppie che, nel 35% dei casi, si vedono costrette ad abitare insieme con i genitori. A Capri, negli ultimi dieci anni, il 20% della popolazione si è trasferito sulla terraferma in cerca di un tetto. A complicare la situazione di Pompei, invece, concorrono la normativa urbanistica e il Piano di emergenza per il Vesuvio che ostacolano gli interventi edilizi. Così, dal 2007 a oggi, gli affitti in Campania risultano rincarati mediamente del 50%: prendere in locazione un appartamento di 75 metri quadrati impone un esborso di 650 euro mensili. Valori alle stelle soprattutto nelle zone costiere, dove i canoni superano spesso i mille euro, e a Napoli, dove l'incremento ha toccato punte del 40%. «L'emergenza è sotto gli occhi di tutti - conclude Giordano - il fabbisogno abitativo continua ad aumentare e le case a diminuire. Non si parla di un piano di edilizia popolare, non si pensa a destinare le strutture esistenti ad anziani e coppie. Bisogna disinnescare al più presto questa bomba pronta a esplodere». Le prospettive, però, non sembrano rosee. Recentemente, infatti, il Governo ha liberalizzato le locazioni brevi: chiunque possieda un immobile può affittarlo senza presentare alcuna segnalazione certificata di inizio attività e senza sottostare a prescrizioni urbanisti che o regolamenti condominiali, ma solo comunicando le persone alloggiate e pagando l'imposta di soggiorno. Località come la penisola sorrentina sono perciò destinate a trasformarsi in immensi «hotel a cielo aperto». E ciò alimenta anche i timori di Federalberghi: «Non siamo contro b&b e simili - avverte il presidente regionale Costanze Iaccarino - ma, alla lunga, l'aumento delle strutture extralberghiere costringerà gli operatori ad abbassare i prezzi Servono regole certe e controlli stringenti per tutelare la qualità dell'offerta turistica».
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