Napoli - “La resistenza è donna, perché donna è la libertà. Due amiche che sono andate a braccetto accompagnate dal sacrificio di tanti giovani e di tante giovani.” A dirlo è il consigliere della città metropolitana di Napoli Giuseppe Bencivenga in occasione del 25 aprile. Trentacinquemila le partigiane inquadrate nelle formazioni combattenti; 20.000 le patriote con funzioni di supporto; 70.000 in tutto le donne organizzate nei Gruppi di difesa; 19 le medaglie d'oro, 17 quelle d'argento; 512 le commissarie di guerra; 683 le donne fucilate o cadute in combattimento; 1750 le donne ferite; 4633 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti; 1890 le deportate in Germania. I dati forniti dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) parlano chiaro: nella storia del 25 aprile, le donne hanno avuto un ruolo di primo piano. Eppure, quella femminile, è una Resistenza taciuta. “Sono state tantissime le donne – aggiunge Bencivenga - che hanno donato la propria vita, sacrificato la propria giovinezza per salvare le nostre generazioni dagli orrori della guerra e del fascismo. Il nostro pensiero va a chiunque ancora oggi muore per affermare il diritto dei figli di domani a vivere in un mondo di pace e di giustizia. Viva la Resistenza che è donna è che è madre. Madre di tutti noi, figlia di quel 25 aprile, culla di tutti i nostri sogni raggiunti e di quelli ancora da venire. Splenda sempre il sacrificio dei tanti. Ad imperitura memoria” conclude il consigliere Bencivenga.
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